L’aumento delle tariffe di luce e gas dà una spinta all’inflazione

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Mentre Mario Draghi mette in guardia da possibili rallentamenti dell’inflazione, l’Istat conferma i dati italiani relativi al mese di ottobre, durante il quale “si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, abbia una variazione nulla rispetto al mese precedente e aumenti dell’1,6% su base annua (era +1,4% settembre), confermando la stima preliminare”.

L’Istituto attribuisce la “leggera ripresa dell’inflazione all’impennata dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +5,6% di settembre a +10,7%)”, quindi alle tariffe di luce e gas, “e all’accelerazione dei prezzi dei Servizi vari (da +0,5% a +2,3%), in parte mitigate dal rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (che passano da +2,4% a +0,8%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,8%)”.

Il Codacons punta subito il dito contro il caro-bollette: “Come da previsioni i rialzi nel settore energetico e i rincari delle tariffe luce e gas hanno spinto verso l’alto l’inflazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – In particolare vola il comparto “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” che fa segnare l’incremento tendenziale più alto (+4,8%), traducendosi in una “batosta” da +245 euro annui per una famiglia con due figli”.

L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,7%, mentre quella al netto dei soli beni energetici passa da +0,9% osservato nel mese precedente a +0,8%.

Gli statistici annotano poi che “si attenuano le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano da +1,5% a +0,7%, attestandosi al di sotto, quindi, dell’inflazione generale, mentre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto passano da +2,3% a +2,0%, con una crescita più sostenuta di quella dell’indice generale dovuta soprattutto ai Beni energetici non regolamentati”. Gli esperti commentano: “Dopo sei mesi nei quali era stata più elevata di quella dell’intero paniere, l’inflazione dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, torna al di sotto di quella generale. Questo rallentamento è dovuto soprattutto alla componente, particolarmente volatile, degli Alimentari non lavorati (in particolare vegetali e frutta fresca) i cui prezzi frenano rispetto a quanto registrato a settembre. A questo andamento si contrappongono gli ampi aumenti dei prezzi dei Beni energetici, che tornano a registrare tassi di crescita di poco superiori al 10%. Aumentano soprattutto i prezzi dell’energia elettrica e del gas di rete, la cui dinamica si somma a quella, già molto sostenuta, dei prezzi dei carburanti”.

Repubblica.it