La Gran Bretagna corre verso le energie a zero emissioni di CO2. Nel terzo trimestre dell’anno, la capacità di eolico, solare, biomasse e idro ha superato per la prima volta la capacità prodotta dalle energie fossili. le rinnovabili hanno raggiunto 41,9 gigawatt di capacità contro 41,2 gigawatt degli impianti a carbone, gas e olio combustibile. Secondo i dati resi noti dall’Imperial College di Londra, negli ultimi cinque anni il totale della capacità delle rinnovabili è triplicata grazie ai nuovi investimenti, mentre quella relativa alle centrali alimentate con i sistemi tradizionali è calata di un terzo.
La Gran Bretagna ha già deciso di tempo di andare verso la chiusura degli impianti responsabili delle emissioni di CO2 e di puntare sul nucleare e le rinnovabili. Per quanto sia anche l’unico paese in Europa che vorrebbe autorizzare ricerche destinate a scoprire giacimenti di shale gas nel suo sottosuolo. Ma allo stesso tempo, ospita alcuni tra i più grandi progetto di campi eolici off shore di tutta Europa. E il tasso di crescita delle fonti alternative – scrive nel suo report sempre l’Imperial College – negli ultimi cinque anni è stato addirittura superiore alla “corsa alle centrali a gas” degli anni Novanta.
Ovviamente, la capacità installata non coincide con l’energia poi effettivamente prodotta: così, nonostante la grande crescita, le rinnovabili hanno raggiunto il 28% del totale, mentre le fonti tradizionali coprono ancora il 43 per cento. Ma questo significa che rinnovabili e nucleari assieme sono ormai la maggioranza del totale, pari al 57%. Questo dovuto anche al progressivo calo della quota coperta dalle centrali a carbone, la cui produzione è calata di un quarto negli ultimi cinque anni, anche per le tasse che sono state applicate sulle emissioni di Co2 dagli impianti: in Gran Bretagna sono rimaste attive soltanto quattro centrali di questo tipo.
Luca Pagni, Repubblica.it