Riprendere la concentrazione dopo aver controllato la posta elettronica impiega in media 90 minuti al giorno. Un’interruzione che sui manager si riflette in un calo d’efficienza con ripercussioni anche sui dipendenti
SONO DECINE, a volte centinaia, e risucchiano la nostra attenzione che smartphone e tablet hanno già limitato a 8 secondi: il livello di un pesce rosso. Le email, il male moderno? Sicuramente un apostrofo poco roseo tra rendimento e capi che, fagocitati dalla mole di lettere, rischiano di venir meno al loro ruolo ed essere meno efficienti. In una parola: produttivi. Come sostiene uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Michigan State University che ha indagato il rapporto tra posta elettronica e produttività in azienda arrivando a interessanti risultati, pubblicati su Journal of Applied Psychology.
Il primo è che per riprendersi da un’immersione nel flusso continuo di contenuti che invade la nostra inbox ogni impiegato ci mette in media 90 minuti al giorno, o sette ore e mezza alla settimana. Tanto ci vogliamo ad assorbire quello che abbiamo letto e le risposte che abbiamo dato. Il secondo è che lo stesso processo di recupero tocca ai manager al pari di ogni altra risorsa umana, come definisce ironicamente i colleghi Peppe Fiore nel romanzo Nessuno è indispensabile.
Ma se tutti i vicini di scrivania “sono persone fino a un certo punto”, di sicuro più in alto si sale nella scala gerarchica e più la disattenzione costa. Il conto è salato: “Quando sono i capi a doversi riprendere dall’interruzione post email, non riescono a raggiungere gli obiettivi, trascurano le loro responsabilità, e i subordinati non percepiscono quella leadership che serve a motivarli”, spiega Russell Johnson, uno degli autori dell’analisi.
Ma come sono arrivati a questo risultato, gli psicologi? Seguendo 48 manager per dieci giorni di lavoro consecutivi e mettendoli poi sotto torchio grazie a un questionario. Ebbene, quel che emerge è che il boss post indigestione d’email smette in sostanza di fare il boss. Almeno il tipo di boss ideale, secondo i ricercatori. Non motiva più i dipendenti né parla ottimisticamente del futuro, o spiega perché svolgere un determinato compito sia importante. Ma si concentra su piccole questioni pratiche. Insipide facezie: la distribuzione del lavoro, gli obiettivi di breve termine, il feedback sui risultati raggiunti. Un cambio di casacca che ha molteplici effetti negativi sui dipendenti.
“Quando i manager riducono il loro comportamento da leader, è dimostrato che si riducono le prestazioni, l’impegno, la soddisfazione, la motivazione e il coinvolgimento degli impiegati”, prosegue Johnson. Mentre aumentano “stress ed emozioni negative”. Morale della favola? Fare completamente a meno delle email è impossibile. Ma si possono adottare strategie per limitarne l’invadenza. Fuori dal lavoro in Francia è legge il diritto alla disconnessione. Al lavoro, per esempio, è possibile concedergli solo un preciso lasso di tempo anziché reagire d’impeto a ogni nuovo blip che segnala l’arrivo di un messaggio elettronico nella posta. Insomma, riprendere noi il controllo anziché regalargli il controllo. Se non per il bene dei dipendenti, se non per il bene dei capi, per il bene dell’azienda.
Repubblica.it