Poliziotte in short. Non è il nome di una commedia estiva, ma quello che sta accadendo a Brummana, graziosa cittadina collinare a est di Beirut, nel distretto del Metn, all’interno del governatorato del Monte Libano. Famosa soprattutto per essere il rifugio estivo di famiglie della borghesia cristiana in fuga dal caldo torrido di Beirut, Brummana si sta guadagnando la ribalta da circa una settimana, perché il sindaco Pierre Achkar ha assunto una serie di studentesse nella polizia locale. E fin qui tutto bene. Il punto, però, è che queste ragazze, assunte per dirigere il traffico – che per la verità è molto contenuto nella quieta Brummana – non indossano una normale divisa come i loro omologhi di sesso maschile, bensì pattugliano gli angoli delle strade indossando aderentissimi short neri. Sui social i libanesi si dividono, tra chi plaude alla presunta «modernità» del sindaco e chi lo accusa sostanzialmente di assecondare una logica sessista, di esporre queste giovani ragazze come fossero modelle, anziché agenti di polizia. «Gli short sono un problema ora?», ha detto Achkar, intervistato dal quotidiano Annahar. «Ci hanno detto che il Libano ha un’immagine negativa in Occidente, che scoraggia il turismo nella nostra terra. Così, ho deciso questa cosa, per dimostrare che questa immagine è sbagliata. Vogliamo attrarre più turisti occidentali», ha spiegato ad Annahar.
La Stampa