Saliscendi / LaVerità

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di Cesare Lanza per LaVerità

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Donald Trump

Dopo l’inaccettabile sgarbo di vincere le elezioni e di sottrarre la Casa Bianca a Hillary Clinton, i soloni della critica lo hanno scelto come il loro bersaglio preferito. Certo, Trump ha un caratteraccio e anche noi dovremo vedercela con lui, per la guerra dei dazi. Ma Donald tira dritto. E ora c’è chi dice che meriterebbe il Nobel per la pace!

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Luciano Spalletti

Aveva ribaltato il campionato, era in lizza per un posto nella prossima Champions League: l’Inter in dieci – stava battendo la Juventus! Poi ha rovinato tutto, ancora una volta per la presunzione di voler stupire il mondo e dimostrare di essere il più bravo. Toglie Icardi, sbaglia i cambi, in due minuti dal trionfo passa alla mortificazione di una incredibile sconfitta. Perdente predestinato.

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Kim Jong Un

Anche il dittatore nordcoreano è al centro di uno spettacolare ribaltone mediatico e politico. Fino a qualche giorno fa era una terribile minaccia per il mondo, potenziale provocatore di una guerra nucleare. Poi fa pace con il presidente sudcoreano, addirittura lo prende per mano, nega ogni velleità bellica, sembra sincero… A un passo dalla santificazione.

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Daniele Orsato

Ha 42 anni, è veneto di Montecchio Maggiore (Vicenza), considerato tra i migliori arbitri italiani. In Inter-Juventus non ne azzecca una. Nella vita è elettricista, ma a San Siro è fulminato da incredibili errori. Il più grave: la mancata espulsione di Pjanic. I giornali picchiano duro, sul Web i tifosi si scatenano. Sembra di tornare ai tempi cupi di Calciopoli.

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Giovanni Simeone

Ventitré anni, argentino, figlio d’arte: il padre Diego prima di essere un eccellente allenatore dell’Atletico Madrid è stato un grande centrocampista. Giovanni è un giovane promettente, goleador, specializzato in imprese difficili: con la maglia del Genoa l’anno scorso rifilò due reti alla Juventus, domenica una tripletta al Napoli, frantumando i sogni partenopei di scudetto.

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Sebastian Vettel

La Formula 1 sembra un flipper! Con una competizione triangolare tra Ferrari, Mercedes e Red Bull. Vettel per due terzi della gara è al comando invece finisce solo quarto. Sfortuna e ingenuità. Il ferrarista aveva cominciato il campionato alla grande, per la gioia di Sergio Marchionne e dei tifosi. Ora il primato mondiale è a rischio.