La società controllata da Cdp ha presentato l’offerta più alta (535 milioni) nella gara per il 66 per cento del gruppo Desfa a capo di un conorzio di cui fanno parte anche i belgi di Fluxys e gli spagnoli di Enagas (tutti soci del Tap)
Snam prosegue nella sua campagna d’Europa: dopo aver conquistata la rete del sud della Francia e il gasdotto che collega la Gran Bretagna al resto d’Europa, ora è la volta della Grecia. Il consorzio guidato dalla società italiana a controllo pubblico (tramite la Cassa Depositi) e di cui fanno parte anche la public company belga Fluxys e gli spagnoli di Enagas è rimasto l’unico concorrente nella gara per la privatizzazione di Desfa. Si tratta della società controllata dal governo di Atene che ha messo in vendita il 66% del suo capitale.
La notizia è stata anticipata dalla stampa greca, la quale parla di una offerta pari a 535 milioni di euro. Una cifra evidentemente superiore a quanto offerto dalla cordata selezionata assieme a quella guidata da Snam e formata dagli spagnoli di Regasificadore del Noroeste e dalla rumena Transgaz, supportati dalla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo quale partner finanziario. Ora rimane solo una terza e conclusiva fase: il governo di Atene chiederà all’unico concorrente rimasto di migliorare ulteriormente l’offerta. La vendita di Desfa è stata imposta alla Grecia da parte dell’Unione europea, in cambio degli aiuti economici per il salvataggio dei conti pubblici, per cui Atene sta cecando di massimizzare al massino la vendita.
Cosa che, in verità, ha già fatto almeno in parte: tre anni fa, la gara era stata vinta da Socar, la società di stato dell’Azerbaijan attiva nel settore degli idrocarburi. Ma l’offerta finale di 400 milioni non era stata giudicata adeguata. Per come è finita, la Grecia ha avuto ragione: secondo gli analisti, l’aumento dell’offerta è giustificata dalle migliori condizioni macro-economiche raggiunte dal paese ellenico. Per fare un solo esempio: nel 2014, la Grecia pagava per le sue obbligazioni decennali un tasso attorno all’8 per cento, mentre ora è sceso al 4 per cento. Un miglioramento congiunturale che potrebbe essere accompagnato da un aumento della domanda di gas: Desfa gestisce 1.500 chilometri di gasdotti e un rigassificatore.
Ma l’importanza della gara non è tanto economica, quanto geopolitica. I tre soci del consorzio (Snam, Fluxys ed Enagas) si ritrovano anche nel capitale di Tap: si tratta del gasdotto – molto contestato dalle comunità locali del Salento – in costruzione tra le due sponde del mar Adriatico e che porterà in Italia il gas proveniente dall’Azerbajian, dopo aver attraversato le infrastrutture esistenti della Turchia e quelle in fase di realizzazione in Grecia e in Albania. Ma la Grecia potrebbe essere un crocevia molto importante per il trasporto del gas nei prossimi anni, soprattutto se si dovessero realizzare altri gasdotti. A cominciare dal Turkish Stream, l’infrastruttura che la Russia vuole costruire sotto il Mar Nero per aprirsi una nuova strda per l’Europa, in modo da non passare più per l’Ucraina. Ma si parla anche di un gasdotto sotto l’Egeo, per portare nel sud Europa parte del gas estratto dal megagiacimento Leviathan, che si trova tre le coste di Cipro e Israele.
Snam ha confermato di essere stata scelta come “preferred investor” e di essere stata invitata “dall’Agenzia delle privatizzazioni a procedere nella fase successiva”. Per i commenti ci sarà tempo quando ci sarà l’assegnazione definitiva.
Luca Pagni, Repubblica.it