Il funzionamento concreto del nuovo sistema – spiega un sondaggio di Skuola.net – è “andato tutto sommato bene”: in tre casi su quattro non ci sono stati intoppi informatici. Quello che è più sorprendente è che studenti nativi digitali rimpiangano i vecchi test: “Nonostante ci troviamo di fronte a ragazzi iper-tecnologici, moltissimi avrebbero preferito fare gli Invalsi alla vecchia maniera (carta e penna). Forse perché non sono abituati a svolgere questionari computer-based?” s’interroga il portale degli studenti.
Il sondaggio è stato realizzato su 4.500 studenti di terza media: tra questi circa 2.500 aveva già iniziato le prove, partite il 4 aprile e che si concluderanno il 21. Sono 574.600 ragazzi delle classi terze coinvolti. Ed a ieri, twitta l’istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo, un milione di prove erano state concluse. Quella tecnologica è “una novità importante”, aveva affermato la ministra Valeria Fedeli. Il problema semmai è mettere al passo le scuole con l’innovazione digitale. Una denuncia partita dal sindacato Gilda (mancano i computer per tutti gli alunni). “Solo il 40% degli studenti intervistati (il 48% al Nord) dice che nel proprio istituto c’è un’aula informatica attrezzata per accogliere tutti i candidati- racconta Skuola.net – E nel resto delle scuole? Il 29% dei ragazzi sarà costretto a svolgere i quiz a gruppi. Al 18% è stato assicurato che per i giorni delle prove ci saranno computer per tutti. Il 13%, invece, non sarà così fortunato e dovrà trasferirsi in un’altra struttura”. Proprio per questo le prove, della durata di 90 minuti, sono state organizzate nell’arco di due settimane.
Ilaria Venturi, Repubblica.it