«È gratis e lo sarà sempre». La gratuità di Facebook è un assioma scritto nella pagina iniziale del social network. È una pagina che in realtà ci siamo dimenticati, perché nel nostro collegarci alla piattaforma ogni giorno, più volte al giorno, non la vediamo mai. Entriamo direttamente nel nostro profilo, così come peraltro fanno diverse aziende. La regola che quando qualcosa è gratis significa che il prodotto siamo noi è sempre valida. Ma se questo dovesse cambiare?
Versione premium a 20 dollari
È lo stesso Mark Zuckerberg, durante l’audizione davanti al Senato americano, a lasciare aperta la porta a questa possibilità. Di fronte alla domanda diretta del senatore Hatch – «Aveva detto che Facebook sarebbe sempre stato gratuito. È ancora questo il suo obiettivo?» – il fondatore della piattaforma da due miliardi di utenti attivi ha risposto prima un «Sì» senza esitazioni. Poi ha aggiunto delle sfumature: «Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook. La nostra missione è cercare di connettere tutto il mondo e per fare questo dobbiamo fornire un servizio che tutti possano permettersi». Il modello di business potrebbe quindi differenziarsi, ricalcando una formula che già si è dimostrata vincente con altri servizi? Rimane una versione free, con pubblicità, e una premium, dove a fronte del pagamento di un abbonamento si ottiene una tutela ufficiale della propria privacy. Si paga per fermare l’emorragia dei nostri dati pur non rinunciando al servizio social di Facebook. Quanto? Facebook guadagna 84,14 dollari a utente all’anno negli Stati Uniti, la cifra si abbassa drasticamente a 20,21 dollari come media mondiale. Nel primo caso, per pareggiare i conti, servirebbero circa 7 dollari al mese, nel secondo 1,65.
Non è una bufala, è un’opzione
Zuckerberg non è caduto nella classica bufala, quella che a ogni inizio anno sulla piattaforma stessa o via WhatsApp (sempre suo, come Instagram) ci informa che Facebook diventerà a pagamento a meno che non si invii il messaggio a 18 dei nostri contatti. Era stata la sua donna forte, Sheryl Sandberg, qualche giorno prima a spianare la strada. Intervistata dalla Nbc, il direttore operativo del social ha spiegato che «Facebook ha diverse soluzioni per la privacy, ma non un’opzione di rinuncia totale», cioè un bottone che permetta all’utente di chiudere la porta a tutti i distributori di volantini pubblicitari e ai guardoni. «Quello sarebbe un prodotto a pagamento», a chiosato Sandberg. Un prodotto appunto premium, come la musica senza la pubblicità. Ci siamo chiesti: ma voi paghereste per avere Facebook senza compromettere la privacy?
Federico Cella, Corriere.it