Eni, l’utile 2017 corre a 3,43 miliardi Proposto un dividendo di 0,8 euro

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Risultato eccezionale nel quarto trimestre, con un utile netto di 2,1 miliardi. La generazione di cassa aumenta del 50%. Descalzi: «Prospettive brillanti»

 

L’Eni torna al profitto nel 2017 e chiude l’anno con un utile netto pari a 3,43 miliardi di euro (contro la perdita di 1,4 miliardi del 2016) e un utile netto adjusted a 2,4 miliardi (rosso di 340 milioni nel 2016). Lo comunica il gruppo petrolifero. Nel quarto trimestre l’utile netto è pari a 2,1 miliardi e quello «adjusted» 0,98 miliardi, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2016 (460 milioni di euro).
Il Consiglio intende proporre all’assemblea degli azionisti, che si terrà in un’unica convocazione il 10 maggio 2018, la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione (0,80 nel 2016) di cui 0,40 euro distribuiti nel settembre 2017 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,40 euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 23 maggio 2018 con stacco cedola il 21 maggio 2018.
Partenza dunque in rialzo in Piazza Affari per Eni dopo i conti sopra le stime degli analisti: il titolo in avvio sale dell’1,6% a 13,72 euro. «Chiudiamo il 2017 con risultati eccellenti che dimostrano come il processo di profondo cambiamento avviato nel 2014 abbia trasformato Eni in una società capace di crescere e creare valore anche in condizioni di mercato molto difficili», ha commentato l’ad di Eni Claudio Descalzi. «Nell’Upstream – prosegue il manager – abbiamo raggiunto il massimo storico della nostra produzione pur riducendo del 40% gli investimenti di sviluppo rispetto alla baseline 2014, continuato a registrare risultati esplorativi eccellenti e messo in produzione in tempi record i nostri progetti più rilevanti, con la punta di diamante di Zohr. Nel MidDownstream abbiamo riportato in una posizione di profitto strutturale G&P con un anno di anticipo, ottenuto nell’R&M il risultato operativo record degli ultimi 8 anni e conseguito nella chimica la migliore performance operativa di sempre. Tutto ciò ha consentito di far crescere la generazione di cassa del 50%, a fronte di un aumento del Brent del 22%, di ridurre la nostra cash neutrality a 57 dollari/barile e di rinforzare ulteriormente la nostra struttura patrimoniale, anche grazie alle dismissioni realizzate nell’anno. Per il futuro le prospettive di crescita sono eccellenti in tutti i business e saranno perseguite con disciplina finanziaria e grande attenzione alla loro sostenibilità in presenza di scenari anche i più difficili. Il che vorrà dire che, se al contrario le condizioni di mercato fossero più favorevoli, saremo in condizione di generare un enorme extravalore per i nostri azionisti. Sulla base di questi risultati proporrò al Consiglio del 15 marzo il pagamento di 0,80 euro per azione quale dividendo sul risultato 2017», ha concluso.

Il Corriere della Sera