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Marchi, conta anche il suono. Le note rendono riconoscibile e memorabile il brand

26 Gennaio 2018

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A ciascun brand un suono. Anche la musica infatti, oltre alle immagini, può essere uno strumento potente per coinvolgere il pubblico e trasmettere emozioni, rafforzando e rendendo memorabile e riconoscibile un marchio, sia che si tratti di uno spot tv, di un video su internet o di un audio logo. È questa l’idea da cui parte Smider, agenzia che lavora sugli aspetti sonori della comunicazione.
«Siamo una piccola realtà che si occupa di audio per l’immagine: il core business è l’audio per le campagne pubblicitarie», racconta Guido Smider, direttore creativo e compositore che guida l’agenzia. «Lo sviluppo della nostra impresa nasce circa dieci anni fa: si tratta di un lavoro ancora poco presente in Italia. È un ibrido tra audio e video con una direzione musicale specifica: la produzione di musica e degli effetti sonori è molto diversa da quella che avviene in uno studio discografico.
e nostre creazioni sono tutte realizzate ad hoc, in base alle indicazioni che ci provengono dal brand o dall’agenzia di comunicazione. In genere veniamo contattati dall’agenzia che fornisce un brief e i riferimenti creativi; poi si producono una serie di provini e, una volta che arriva il video, si lavora per affinare», continua Smider, che nella sua impresa lavora con un compositore fisso e due fonici, cui si aggiungono, in base alle esigenze del progetto, alcuni musicisti specializzati. In tutto ciò, nuovi scenari si stanno aprendo con il digitale. «La comunicazione si sta evolvendo sul web: il lavoro per noi è cresciuto molto per esempio con l’avvento di Instagram e dei video di moda su questo canale, per brand come Valentino e Fendi, che producono 3-4 video al mese per fare comunicazione. Ora per noi la produzione tv è ridotta a una decina di spot all’anno mentre è cresciuta tutta la parte sui social: sul digitale c’è molta più libertà creativa e sperimentazione rispetto agli spot tradizionali, si fanno formati molto brevi, tra i 15 e i 30 secondi al massimo».
Tra i settori con cui Smider lavora c’è la tv, con il branding audio di diversi canali, come Laeffe, Rai, Tv8, ma anche l’automotive, le banche e la moda sono mondi che investono in questo aspetto della comunicazione. «Si sta anche sviluppando l’animazione, che ha molto bisogno di supporto audio e che si focalizza però soprattutto in mercati esteri, come Inghilterra, Dubai, Cina e Giappone», osserva Smider. «Negli Emirati, per esempio, producono tantissima pubblicità televisiva di gusto europeo e americano, invece in Cina il processo creativo è simile a quello italiano ma occorre adattarsi al gusto e alle dinamiche del paese. In Italia investono in sound branding soprattutto i grandi marchi, ma è ancora difficile far capire l’importanza dello sviluppo di un’identità sonora insieme alla parte grafica per rendere riconoscibile un brand».

di Irene Greguoli Venini, Italia Oggi


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