Durante l’intervista, tuttavia, Bono ha difeso la sua innocenza. “Per me è importante che i nostri fan sappiano che se ci fossero cose che non sono state ben fatte, mi infastidirebbero almeno quanto infastidiscono loro”, ha detto.
Oltre che per la sua musica, Bono è noto infatti per le sue iniziative umanitarie. Per anni, l’artista irlandese ha sostenuto la lotta contro l’Aids e la fame in Africa, la difesa dei diritti umani, un commercio più equo e la cancellazione del debito nel Terzo mondo. Questo è il motivo per cui il suo coinvolgimento nello scandalo dell’evasione fiscale lo ha portato al centro delle critiche e ha dato argomenti a coloro che lo accusano di essere un “ipocrita”.
“Capisco che l’opinione pubblica si aspetta da me un grande senso della morale e che ha reagito con irritazione alla pubblicazione di tali investimenti immobiliari e alla comparsa del mio nome nei ‘Paradise Papers’. Io stesso ho contribuito a stabilire questi standard elevati (di morale)”, ha detto.
“Purtroppo è stata ingenerata l’impressione che fossi stato sorpreso a fare qualcosa di illegale“, ha detto Bono al quotidiano di Monaco, sottolineando che, una volta completate le indagini, probabilmente entro un mese, tutto sarà chiaro e procederà alla pubblicazione “per intero” dei risultati.
Insieme a Bono, nell’inchiesta sui paradisi fiscali conosciuta come “Paradise Papers” e pubblicata lo scorso ottobre, vengono citati molti politici e personalità di tutto il mondo che sono accusati di usare ‘trucchi’ legali per evitare il pagamento di numerose tasse. Compaiono, tra gli altri, i nomi di 14 consiglieri, contribuenti e membri del gabinetto del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump; una persona di fiducia del primo ministro canadese, Justin Trudeau; aziende come Nike o Apple; la regina Elisabetta per i suoi investimenti nelle Isole Cayman; il presidente colombiano Juan Manuel Santos; il ministro delle finanze argentino, Luis Caputo, e due ministri del governo brasiliano di Michel Temer.
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