Il tema è al centro di diversi incontri nel corso della settimana tra governo e sindacati
La Banca d’Italia e la Corte dei Conti, pur lasciando spazi per alcuni aggiustamenti, si schierano contro la possibilità di bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, che scatterà dal primo gennaio 2019. Dopo la Confindustria e l’Istat, sentite ieri in Parlamento, anche Bankitalia e i magistrati contabili ritengono necessario proseguire con quanto previsto dalla legge Fornero, che adegua il momento del ritiro dal lavoro alla speranza di vita. Sentiti in audizione davanti alle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato a Palazzo Madama, in merito alla legge di bilancio del governo, hanno sottolineato come sia necessario non fare passi indietro sulla riforma delle pensioni, altrimenti si mettono a rischio i conti e la loro sostenibilità.
Il tema è al centro di diversi incontri nel corso della settimana tra governo e sindacati: per ora, a fronte dell’aumento a 67 anni dell’età della pensione, il governo sarebbe disposto a concedere una deroga molto ridotta, al massimo potrebbe essere un poco allargato l’attuale bacino delle 11 professioni gravose inserite nell’Ape social. Si tratta di circa 17-20 mila lavoratori all’anno, all’incirca il 10% della platea totale.
Bankitalia: “Ok ad aggiusamenti sulle pensioni, ma difendere il sistema”
“La necessità di mantenere, preservare, difendere l’equilibrio pensionistico” di lungo periodo “è una priorità assoluta e questo non vuol dire che non ci possano essere aggiustamenti su singoli casi” ma “l’importante è preservare la stabilità complessiva”. Lo precisa il vice direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini, rispondendo alle domande di deputati e senatori. L’attuale sistema è un elemento “chiave, che contribuisce nel lungo periodo a mettere le finanze pubbliche italiane in una luce migliore
che si potrebbe avere guardando alla sola dimensione debito”, aggiunge. Gli interessi che l’Italia paga sul debito “pesano sull’economia in maniera notevole e riducono i margini” per interventi di politica economica.
In generale comunque secondo via Nazionale “l’economia italiana continua a migliorare. Il quadro macroeconomico del governo per il prossimo anno si conferma condivisibile alla luce delle informazioni più recenti; date le misure contenute nella manovra, anche nel 2019 appare possibile conseguire una crescita non lontana da quella programmata, sempre che non muti il quadro economico e finanziario internazionale”. Signorini mette però in luce che “come in passato si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia (per cancellare gli aumenti dell’Iva, ndr), ma di farlo solo per un anno. Esse riducono di fatto l’orizzonte di programmazione della politica di bilancio. Idealmente l’adozione, al loro posto, di provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l’incertezza tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme di tassazione”.
Corte dei Conti: “I ritocchi alle pensioni tengano conto degli effettivi disagi”
Secondo il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, per tutelare “gli equilibri di fondo della finanza pubblica” eventuali interventi sulle pensioni vanno “disegnati in maniera tale da limitare la platea dei destinatari alle situazioni di effettivo disagio, anche per minimizzare gli ovvi effetti di frammentazione che finiscono per produrre” e, dall’altro, devono essere “articolati nel modo più chiaro possibile per favorirne la celere implementazione”.
Sulla legge di bilancio del governo, inoltre, la Corte dei Conti spiega che alla luce del “limitato ventaglio delle possibili ulteriori coperture, appare necessario mantenere ferma la dimensione assoluta delle misure proposte”. Con l’arrivo della manovra in Parlmanento è infatti possibile che la legge di bilancio si gonfi: evitare questa prospettiva è “una scelta importante alla vigilia di un anno che si presenta molto impegnativo: per le rilevanti scadenze istituzionali, per il consolidamento e il rafforzamento della crescita e per il possibile mutamento di alcune variabili esogene fin qui favorevoli (a partire da una politica monetaria molto espansiva)”. Infine la Corte ei Conti sottolinea che la lotta all’evasione fiscale è “una priroità assoluta dell’azione pubblica”, ma presenta dei limiti. Cioè quando viene “usata come tipologia di copertura, soprattutto per l’inevitabile incertezza nella realizzazione dei risultati attesi”.
Nicola Lillo, La Stampa