Il religioso è indagato dalla Procura di Trapani per appropriazione indebita e malversazione per la distrazione dei fondi dell’8 per mille
Un attico romano di duecento metri quadrati acquistato con i soldi della Fondazione «Campanile» della curia di Trapani: è la nuova accusa che pesa sul capo dell’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, fino al 2012 alla guida della diocesi. La notizia è oggi su Repubblica Palermo. Il religioso è indagato dalla Procura di Trapani per appropriazione indebita e malversazione per la distrazione dei fondi dell’8 per mille. Per acquistare l’appartamento sarebbero stati spesi 800mila euro, sottratti così alla cura dei bambini malati, vero scopo della fondazione.
Fu sollevato dall’incarico nel 2012
Micciché fu sollevato dal suo incarico nel 2012 da Papa Ratzinger, che, quando scoppiò lo scandalo di alcuni ammanchi nella Curia di Trapani, mandò come “Visitatore apostolico” il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero. Dopo la relazione di quest’ultimo Benedeto XVI decise di allontanare Miccichè. Nell’indagine della Procura inizialmente il vescovo era ritenuto parte lesa dalla Procura di Trapani, ma successivamente è stato indagato per malversazione aggravata, appropriazione indebita aggravata, calunnia e diffamazione. La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato il sequestro da parte della Guardia di finanza di opere d’arte, quadri, crocifissi e gioielli per quasi due milioni di euro trovati nella villa del vescovo e provenienti da diverse chiese di Trapani.
corrieredelmezzogiorno.corriere.it