Lo ha reso noto il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, secondo cui i jihadisti usavano i due campi colpiti per addestrare militanti a condurre attacchi terroristici con fucili AK-47, mitragliatrici e lanciagranate. Fonti locali contestano la versione del Pentagono: a essere presi di mira ancora miliziani di Al Qaeda nella penisola arabica, già colpiti a gennaio nel primo raid ordinato da Trump
Droni americani hanno lanciato 12 missili su due campi di addestramento dell’Isis nello Yemen, provocando la morte di decine di militanti. Lo ha reso noto il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, secondo cui i jihadisti usavano quei campi per addestrare militanti a condurre attacchi terroristici utilizzando fucili AK-47, mitragliatrici e lanciagranate.
Nel comunicato si ricorda che lo Stato islamico ha utilizzato aree fuori dal controllo delle autorità per “complottare, dirigere, istigare e finanziare attacchi contro l’America e i suoi alleati nel mondo”. Secondo fonti della Cnn, nei due campi colpiti si stima vi fossero almeno 50 miliziani dell’Isis. “Le forze Usa – si legge nel comunicato del Dipartimento della Difesa – hanno ucciso decine di membri dell’Isis in un attacco su due campi di addestramento, il 16 ottobre, nel governatorato di Al Bayda, nello Yemen, interrompendo i tentativi dell’organizzazione di addestrare nuovi combattenti”.
I campi di addestramento colpiti si trovavano nella provincia meridionale di Bayda, regione a sudest della capitale Sanaa, dove nel gennaio scorso era stato condotto il primo raid aereo dell’amministrazione Trump, che allora fu diretto contro Al Qaeda nella penisola arabica (Aqpa), un blitz a sorpresa condotto anche dalle forze di terra e che costò la vita a un militare delle forze speciali americane, William Ryan Owens. Gli Stati Uniti, che considerano Aqpa come il più pericoloso dei rami di al Qaeda, hanno intensificato gli attacchi contro i suoi membri dall’arrivo di Trump alla presidenza.
Fonti locali contestano la versione del Pentagono, affermando che a essere presi di mira non sono stati jihadisti dell’Isis ma ancora miliziani di Al Qaeda nella penisola arabica (Aqpa), potente organizzazione affiliata ad Al Qaeda dispiegata nell’area per contrastare le milizie Houthi nella guerra civile in corso nello Yemen dal 2015. La discordanza, tra fonti Usa e fonti yemenite, nel racconto di quanto accaduto è sintomatico del complesso scenario che sul campo vedono tribù, gruppi armati e fazioni politiche in lotta l’una contro l’altra che ha generato il caos nel Paese e che ha permesso gli estremisti sunniti riconducibili ad Al Qaeda e all’Isis di proliferare.
La Repubblica