Volano i titoli del cemento in una Piazza Affari piatta (-0,25% il Ftse Mib a metà giornata) in reazione alla notizia della vendita delle attività italiane di Cementir alla Italcementi del gruppo Heidelberg Cement per 315 milioni di euro, diffusa martedì sera. L’operazione, oltre ad avere effetti su Cementir Holding — che esce dall’Italia, dove è attiva con 5 cementifici a ciclo completo, due centri di macinazione pi un network di terminali, per concentrarsi sui mercati esteri come ha spiegato il presidente e ceo Francesco Caltagirone —, cambierà l’assetto del mercato del cemento in Italia. I primi tre operatori Heidelberg, Buzzi e Colacem avrebbero complessivamente il 75% del mercato e questa concentrazione potrebbe contribuire a ridurre il problema dell’eccesso di capacità produttiva in Italia, sottolineano gli analisti. E quindi a un futuro innalzamento dei costi. Oltre al balzo di Cementir Holding (+6,45% a 7,26 euro per una capitalizzazione pari a 1,15 miliardi di euro ), in Borsa a metà mattina le azioni Buzzi Unicem sono le migliori del Ftse Mib con un guadagno del 6% a 22,65 euro (pari a una capitalizzazione di 4 miliardi di euro), beneficiando anche di un giudizio positivo di Equita sim che ha portato a «buy» il titolo con un prezzo target di 26,5 euro.
Secondo Equita la cessioni delle attività italiane di Cementir a Heidelberg « segna un passo deciso verso la razionalizzazione e concentrazione del settore cemento in Italia». A seguito dell’accordo, la quota di mercato in Italia di Heidelberg salirà dal 23-24% al 36-37%, mentre Buzzi e Colacem hanno una quota rispettivamente del 22-23% e del 16-17%. «Ci aspettiamo benefici tangibili sulla dinamica competitiva all’interno del settore in grado di portare a un graduale riallineamento del prezzo di mercato a livelli più consoni alla struttura costi del paese», scrive Equita, sottolineando che «in Italia il cemento continua ad essere venduto a circa 60 euro a tonnellata, ossia il livello più basso tra i mercati dei Paesi sviluppati».
Anche Mediobanca, che è stato advisor di Cementir, l’operazione è un passo positivo per tutta l’industria perché può risolvere l’antico problema di sovracapacità produttiva in Italia. Anche Banca Akros saluta positivamente la notizia, visto che «dal 2008 l’industria italiana del cemento è scarsamente redditizia: la diminuzione dell’uso del cemento si è tradotto in un basso tasso di utilizzazione degli impianti, sotto il 60%».
Il Corriere della Sera