Lo ha confidato lo stesso Viganò nel suo intervento di ieri alla Luiss, dove ha illustrato le strategie che si stanno perseguendo Oltretevere nel settore dei mass media. «Nelle prime presentazioni della riforma ho citato spesso il modello Disney, suscitando ovviamente, e anche sorprendentemente allo sguardo di chi conosce le questioni metodologiche della conoscenza, qualche ilarità», ha esordito nel suo intervento alla presentazione dello studio del Centro di ricerca X.Ite Luiss proprio sulla riforma dei media del Vaticano.
Così la comunicazione del Vaticano si rinnova e lo fa tenendo conto dei risultati raggiunti dal centro di ricerca con il progetto «Comunicazione e tecnologia: modelli e casi di intermedialità dinamica», commissionato dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. «Si tratta di un progetto di ricerca trasformativa», hanno spiegato Simona Romani e Paolo Peverini, professori responsabili dello studio, «volto a sostenere l’adozione dei nuovi modelli di comunicazione integrata verso cui la Santa Sede è protesa. Un elemento che marca l’originalità del progetto di ricerca è proprio l’analisi comparativa fatta con Disney, Eni, New York Times, The White House (amministrazione Obama), Save the Children e Fondazione Veronesi».
«L’analisi conferma che la conoscenza comparativa è fondamentale e necessaria quando si mette in atto un cambiamento. Abbiamo voluto vedere cosa c’è fuori per capire meglio cosa serve al Vaticano per raggiungere i nuovi obiettivi di comunicazione», ha spiegato monsignor Viganò. I risultati della ricerca chiariscono come la comunicazione, efficacemente integrata, è un fenomeno stratificato e dinamico che passa attraverso nuove forme di dialettica con gli stakeholder, la traduzione dell’orientamento strategico dell’organizzazione in nuove forme di racconto, autentiche ed emozionalmente ricche; la distribuzione dei contenuti sui vari media nel rispetto di logiche di complementarità, sinergia, versatilità e, ovviamente, interazione. «Uno degli elementi che mi sembra emergano maggiormente dalla ricerca», ha aggiunto monsignor Viganò, «è il contenuto in forma di racconto. L’elemento centrale non è quindi la tecnologia, dalla quale naturalmente è impossibile prescindere, ma la strategia dei contenuti. Paradossalmente è la strategia che orienta la scelta tecnologica. Ecco perché credo che questo sia il momento in cui la Santa Sede stia richiedendo tanta creatività alla sua comunicazione. Spero che a vincere saranno le idee».
Italia Oggi