L’iniziativa del partito di orientamento ecologista: tassare il consumo e utilizzare i proventi per finanziare le rendite previdenziali. Il vice-presidente Pascal Vuichard: “Oggi un giro di affari da 600 milioni di franchi l’anno, con un aliquota del 25% ne incasseremmo 150”
Depenalizzare il consumo di canapa per poi tassarla e, con il ricavato, finanziare le rendite pensionistiche che, anche in Svizzera, hanno il respiro corto. A proporlo sono i Verdi Liberali, un combattivo partito di orientamento ecologista, rappresentato al Parlamento Federale da 7 deputati. La loro proposta si inserisce nel dibattito sulla revisione del meccanismo previdenziale, su cui gli elettori elvetici saranno chiamati a votare in settembre. Una revisione che riguarda, innanzitutto, il pilastro centrale di quel sistema, l’AVS, acronimo di Assicurazione Vecchiaia e Superstiti che, in un futuro prossimo, soprattutto a causa dell’innalzamento della speranza di vita, l’ente preposto farà fatica ad erogare.
La riforma prevede, in particolare, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, da 64 a 65 anni. Inoltre, si pensa di destinare all’AVS lo 0,6% dell’Iva, attualmente utilizzato per risanare le casse dell’assicurazione invalidità. Come pure di aumentare, dello 0,3%, i contributi dei lavoratori all’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti. Sta di fatto che, mentre la destra esprime il proprio scetticismo sostenendo la necessità di aumentare, per tutti, l’età pensionabile a 67 anni, i Verdi Liberali se ne escono con la provocazione di utilizzare i proventi della canapa, espressamente liberalizzata a quello scopo, per far sì che le rendite vengano garantite almeno fino al 2030, come promesso dal Governo. “La canapa comporta un giro d’affari di 600 milioni di franchi all’anno, le imponiamo una tassa del 25% e incassiamo 150 milioni che destiniamo all’AVS”, il ragionamento che il vice-presidente del partito, Pascal Vuichard, ha fatto al quotidiano Tages Anzeiger. Il che significa, tradotto in valuta unica, ricavare 130 e rotti milioni da oltre 520. Senza dimenticare che, ogni anno, i costi giudiziari derivanti dallo spaccio e dal consumo di canapa, ammontano a più di 260 milioni di euro che, a detta dei Verdi Liberali, potrebbero pure loro finire nelle casse dell’AVS.
L’obiezione più pertinente è giunta da una parlamentare socialista, Yvonne Ferì, secondo la quale se “da un lato è corretto mettere la canapa sullo stesso piano di altre sostanze che danno dipendenza, quali alcool e tabacco, dall’altro c’è il rischio di finire per incitare la gente ad abusarne, per finanziare i costi della previdenza”.
Franco Zantonelli, Repubblica.it