La media company Sky, attualmente presente in Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Germania e Italia, proverà a conquistarsi una fetta del mercato pay anche in Spagna. Non con una vera e propria televisione a pagamento, ma partendo, entro la fine del 2017, con un servizio over the top (quindi streaming a pagamento) snello, «che non impatterà molto sui costi di Sky», ha assicurato agli analisti Jeremy Darroch, group chief executive di Sky. Non sarà, probabilmente, l’offerta Now tv, ma qualcosa di molto simile e che potrebbe però usare il brand Sky, ritenuto di maggiore impatto sui consumatori iberici. Continua, quindi, la battaglia delle pay tv nel Vecchio Continente, tenuto conto che pure Canal+ (Vivendi) ha appena annunciato di voler creare una società con Tim per lanciare un nuovo modello di tv a pagamento in Italia. Sulla Penisola, comunque, Sky Italia torna ad avere una marginalità rilevante. Anzi, la migliore degli ultimi cinque anni. I conti chiusi al 30 giugno 2017, infatti, parlano di ricavi annui pari a 2,851 miliardi di euro (tasso di conversione: 1,16 euro per sterlina), in crescita del 4% sull’esercizio 2016, un ebitda di 294,6 milioni di euro (+20%) e un risultato operativo di 157,7 milioni (più che raddoppiato rispetto all’esercizio 2016). Gli abbonati a Sky nel 2017 salgono a quota 4.783.000, ovvero 41 mila clienti in più rispetto all’esercizio 2016. L’ultimo trimestre aprile-giugno 2017, tuttavia, ha visto un calo di 19 mila unità sul corrispettivo periodo 2016, a causa del contenzioso tra Sky e Telecom Italia. L’arpu (ovvero i ricavi medi mensili per ciascun cliente) è rimasto invariato a quota 42 euro (34 euro in Germania, 47 sterline in Uk), mentre è molto migliorato il churn (indice che misura il tasso di abbandono, in sostanza le disdette di abbonamento), sceso al 9,1% (12,6% in Germania, 11,5% in Uk) rispetto all’11,1% del 2016. Funzionano, quindi, i numerosi piani fedeltà che la media company italiana ha messo in campo negli ultimi anni. Questi due parametri (arpu e churn), ovviamente, andranno tenuti sotto controllo nei prossimi mesi, visto l’aumento del prezzo degli abbonamenti Sky (+8,6%) annunciato in Italia dal 1° ottobre 2017. Marcia bene la raccolta pubblicitaria sulla Penisola, con un +6% nell’esercizio 2017, risultato determinato soprattutto dal +16% della raccolta sui canali in chiaro, e in particolare da Tv8. Il 51% degli abbonati Sky ha il decoder connesso alla rete Internet, già in 400 mila hanno attivato l’offerta Sky Go Plus (che consente di scaricare i contenuti e di vederli in mobilità anche off line), ed entro il 2017 arriveranno pure in Italia i nuovi decoder Sky Q (già presenti in un milione di famiglie nel Regno Unito). Più in generale, il gruppo Sky in Europa chiude un esercizio 2017 positivo, con ricavi per 12,9 miliardi di sterline (+10%), un risultato operativo pari a 1,46 mld di sterline (-6%, ma qui impattano gli investimenti sui diritti tv della Premier league di calcio e quelli fatti per nuove produzioni originali, che continueranno a crescere del 25% anche nei prossimi esercizi) e un parco abbonati pari a 22,5 milioni di clienti (+686 mila unità rispetto all’esercizio 2016).
Italia Oggi