Nuove acquisizioni? Se ci fossero buone opportunità…
«Beh, i conti son presto fatti. La7, sotto la gestione Telecom Italia, ha perso circa un miliardo di euro. In media, negli ultimi anni, prima che la rilevassi io (nel maggio 2013, ndr), perdeva 100 milioni di euro all’anno.
Quando l’ho comprata, mi è stata data una dote di 88 milioni di euro. Ma se La7 fosse rimasta a Telecom Italia, nei quattro anni successivi avrebbe probabilmente perso altri 400 milioni di euro. Quindi Telecom Italia, cedendomela, ha fatto un grande affare, e ha risparmiato almeno 312 milioni di euro. Dico almeno perché se erano riusciti a perdere 100 milioni all’anno in una fase di mercato pubblicitario in espansione, forse i loro conti avrebbero potuto essere anche peggiori dal 2013 in poi, coi mercati, invece, in parziale recessione. Ovvio, non è che mi metta a chiedere a Telecom Italia delle percentuali sui loro risparmi. Però, ribadisco, per loro la cessione di La7, pur versandomi anche una dote di 88 milioni di euro, è stata un vero affare».
Domanda. Beh, di sicuro un affare lo ha fatto anche lei. Grazie alle sue cure, la situazione di La7 è tornata in equilibrio, nonostante la società, nel suo bilancio civilistico, continui a perdere qualche milione di euro ogni anno. Gli ascolti sono piuttosto stabili, la raccolta pubblicitaria non cresce (malino il primo trimestre 2017, bene maggio e giugno, ma il primo semestre 2017 chiuderà comunque con un calo dell’1-2% sullo stesso periodo 2016), e ci si ritrova a giocare un campionato, quello dei canali generalisti, dove i competitor hanno fatturati 10-15 volte più alti di La7.
Lei potrebbe avere voglia di vendere la tv?
Risposta. No, non ho mai avuto nessuna idea di vendere La7, e non ci sono cifre che tengano. Per me La7 è molto importante e complementare all’interno di un gruppo con quotidiani, periodici, web e tv. E’ vero che nel bilancio civilistico La7 chiude in rosso. Ma sono spesso fattori tecnici legati a vecchie quote di ammortamenti. In realtà la posizione finanziaria netta di La7 è superiore a 88 milioni di euro. Significa che non abbiamo toccato neppure un centesimo di quel contributo versato da Telecom Italia nel 2013. Il business, quindi, funziona.
D. Restando in ambito televisivo, e tenuto conto che dal 1° gennaio 2017 il gruppo Cairo ha reso operativo il mux di proprietà, si parla di ipotesi legate al lancio di un nuovo canale sportivo, magari griffato o in collaborazione con la Gazzetta dello sport. C’è qualcosa di fondato?
R. A La7, insieme con il direttore Andrea Salerno, stiamo pensando a fare delle cose in ambito sportivo. Ci sarà la nuova asta dei diritti tv della Serie A e della Coppa Italia, e vediamo il nuovo bando, mai dire mai. Ovvio, faremo mosse solo nella certezza di avere ritorni economici, non tanto per farle. Sul canale sportivo, invece, ci andrei veramente cauto. C’è già stato l’esperimento di Gazzetta tv, che alla Rcs è costato 10 mln di euro. E prima di rifare cose del genere, meglio pensarci bene.
D. Ci potrebbero essere nuove acquisizioni nel gruppo Cairo-Rcs? R. Ovviamente monitoriamo il mercato, e qualora ci fossero buone opportunità, perché no.
D. La radio, per esempio?
R. La radio mi è sempre piaciuta, ma poi, per mille motivi, non si è mai fatto nulla. Adesso mi pare che il mercato radiofonico italiano si sia consolidato, e non mi sembra facile entrarci. Insomma, mi sento di dire che la radio va bene, ma la tv è anche meglio.
D. I conti di Rcs come procedono?
R. Il primo trimestre è andato molto bene, con un ebitda positivo per oltre tre milioni di euro, rispetto ai -12,5 milioni dello stesso periodo 2016. E il trend è buono e positivo anche in aprile, maggio e giugno.
D. È vero che ha offerto la vicedirezione del Corriere della Sera a Lilli Gruber?
R. No, mai, è una invenzione. È bravissima ma non avrebbe tempo, è già molto impegnata con Otto e mezzo.
D. Sta pensando a un nuovo magazine maschile per Rcs?
R. No, assolutamente. E il nostro Style va bene così, e ha una raccolta pubblicitaria in crescita del 5%.
D. Soddisfatto del rilancio de L’Economia del Corriere della Sera e di Sette?
R. L’Economia, nel periodo marzo-luglio, ha una raccolta pubblicitaria in crescita del 33% rispetto allo stesso periodo del 2016. Sette, tra aprile e luglio, aumenta la raccolta del 100%.
D. Altre novità sui periodici?
R. Beh, per esempio rifaremo completamente Sportweek e usciremo alla domenica con un nuovo speciale di 48 pagine allegato alla Gazzetta dello sport. Sono molto soddisfatto pure di Oggi, che ha una diffusione in crescita del 12%, e di Oggi enigmistica, che prima vendeva 4 mila copie, e che, dopo il restyling e l’abbassamento del prezzo, adesso ne vende 60 mila.
D. Si è ventilato di Cairo interessato a raccogliere la pubblicità del canale che la Lega Serie A di calcio potrebbe lanciare. È vero?
R. No, non ne ho mai parlato con nessuno.
Italia Oggi