Tra il 2011 e il 2013, dodici aziende, fra cui le spezzine Siman srl e Coibesa Thermosound spa., fecero “cartello” per «condizionare le gare d’appalto bandite dalla Marina militare per la bonifica di amianto sulle navi italiane alla Spezia, a Taranto e ad Augusta».
Lo stabilisce una sentenza del consiglio di Stato, i cui giudici confermano quasi in toto le risultanze dell’indagine avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a seguito della segnalazione giunta nel 2014 dalla Direzione nazionale degli armamenti.
Nella sentenza si fa esplicito riferimento a «un’intesa orizzontale e segreta preordinata a condizionare le gare ed il leale confronto competitivo per l’aggiudicazione delle gare pubbliche bandite». Tre gli appalti finiti nel mirino alla Spezia: G305, del 10 giugno 2011, G303, del 15 giugno 2012, e G324, del 16 luglio 2013. «Si trattava- spiegano dall’Antitrust – di procedure competitive gestite per la prima volta in maniera accentrata da Navarm e non dai singoli arsenali. Tutte le gare in esame sono state indette con la procedura ad evidenza pubblica di tipo ristretto e aggiudicate con il criterio di selezione del massimo ribasso. Le tre gare osservate erano ripartite in tre lotti autonomi: lotto 1, Arsenale di Taranto; lotto 2, Arsenale di La Spezia; lotto 3, Arsenale di Augusta». Secondo l’Agcm, «la disamina delle condotte partecipative assunte dalle parti nella gare G313 e G324, anche alla luce del differente contegno assunto nelle precedenti procedure ad evidenza pubblica, restituisce il quadro di una simmetrica e speculare strategia partecipativa tenuta dai raggruppamenti di imprese nei vari arsenali in ciascuna fase di gara, che ha condotto a una totale assenza di sovrapposizione e di pressione sui tre lotti oggetto di affidamento. Siffatto parallelismo […] non risulta compatibile con uno scenario concorrenziale e non è giustificabile in termini di razionalità economica». Ancora, per l’Antitrust e per i giudici amministrativi, «L’iter delle procedure di gara seguiva uno schema fisso: alla pluralità di domande presentate nella fase di prequalificazione, faceva seguito una sola offerta, non proveniente dall’impresa già aggiudicataria di altro lotto». Il “cartello” avrebbe finito per ridurre notevolmente i ribassi, costringendo la Marina a pagare di più.
Un solo punto a favore della Siman e della Coibesa: inizialmente le sanzioni comminate dall’Autorità garante ammontavano a 1.460.618, euro per la società della Spezia e 343.188 euro per la ditta di Arcola, ma i giudici hanno ritenuto erroneo il calcolo effettuato dall’Antitrust e hanno accolto il ricorso delle aziende riducendo le multe del 70%. L’avvocato Giovanni Corbyons del collegio difensivo di Siman, interpellato dal Secolo XIX, non ha voluto commentare la sentenza.
Il Secolo XIX