Otto attivisti di Greenpeace sono stati identificati martedi’ sera dalla Polizia dopo che avevano proiettato sulla cupola di San Pietro la scritta “Planet Earth First!“, poche ore prima dell’udienza in Vaticano di Donald Trump. Gli attivisti erano arrivati a bordo di un mezzo su via della Conciliazione, all’altezza di Via della Traspontina, e da li’ hanno usato un proiettore per comporre la scritta polemica verso il motto del presidente Usa, “America First!“, e le sue iniziative di smantellamento della politica ambientale di Barack Obama.
Gli agenti della Polizia, ha spiegato una nota della Questura di Roma, tenuto conto della non pericolosita’ dell’iniziativa, hanno tollerato e tenuto sotto controllo, solo per pochi istanti, per poi procedere a loro carico, previa identificazione di tutti i presenti. “I cambiamenti climatici sono la minaccia che piu’ tocca la nostra generazione”, ha affermato Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International, “per questo i veri leader mondiali si stanno impegnando per salvaguardare il nostro futuro. Trump non puo’ sfuggire a questa responsabilita’ rinnegando l’impegno degli Stati Uniti preso a Parigi” . “Prima dell’incontro con il Papa”, ha aggiunto Morgan, “abbiamo voluto consegnare questo messaggio a Trump, convinti che la sua prima priorita’ debbano essere le persone e il pianeta, non il profitto di chi inquina. Il presidente non puo’ fermare la transizione verso fonti di energia pulita e deve invece accelerarla”. Greenpeace ha ricordato che nella “Laudato Si’ sulla cura della casa comune”, promulgata il 18 giugno 2015, la prima enciclica sull’ambiente, Papa Francesco identificava la lotta ai cambiamenti climatici come priorita’, affermando anche che “i combustibili fossili, altamente inquinanti – specialmente il carbone, ma anche il petrolio e, a un livello minore, il gas – devono essere sostituiti gradualmente e senza ritardi”. Nelle prossime settimane Trump decidera’ se gli Stati Uniti devono continuare o meno ad essere parte dell’Accordo di Parigi sul clima, un patto storico in cui quasi 200 Paesi si sono impegnati a contenere il riscaldamento del pianeta entro 1,5 gradi Celsius. Il 71 per cento degli americani – insieme ad aziende come Google e Microsoft e a diversi governi locali statunitensi – chiede che gli Usa non si tirino indietro, ha aggiunto l’associazione ambientalista. In vista del G7 che si apre venerdi’ a Taormina, Greenpeace chiede anche un impegno chiaro di tutti gli Stati per dare piena attuazione all’Accordo di Parigi.