Si fa sempre più difficile il business delle case di produzione non legate ai broadcaster
Voci su una vendita a Cbs dopo la nomina del nuovo ceo
Il futuro della divisione cinematografica di Sony potrebbe essere quello di una vendita. Così si scommette nell’industria americana dopo la nomina, lo scorso giovedì, di Tony Vinciquerra come presidente e ceo di Sony Pictures Entertainment, la società che da tempo non trova buone performance di bilancio.
Fra i nomi di cui si parla come possibili interessati c’è quello della Cbs, il cui chairman e ceo Leslie Moonves da tempo punta ad avere una casa di produzione degna di questo nome, dopo l’andamento non sempre positivo della Cbs Films creata internamente. In passato Moonves ha cercato una fusione con Viacom e con la sua Paramount Pictures, operazione però non riuscita, per questo Sony Pictures potrebbe essere una buona seconda scelta.
Per Sony, dopo la pesante svalutazione di 962 milioni di dollari (circa 867 milioni di euro) fatta alla fine dello scorso anno, il matrimonio con Cbs potrebbe essere ugualmente utile. Svalutazioni a parte, le due anime della Pictures infatti, non vanno granché bene. Si salva un poco la parte televisiva, che produce show famosi in America come Jeopardy! o la sempreverde, almeno da loro, Ruota della fortuna. Il problema è che fare il produttore indipendente senza legami con i broadcaster oggi non paga più: network come Abc e Nbc tendono a favorire i loro gruppi di riferimento, ovvero Disney e Universal. I contenuti di Sony potranno comunque trovare spazio nella tv, ma partono da una posizione di svantaggio nella contrattazione. È vero che ci sono operatori come Netflix e Amazon che hanno bisogno di show e serie, ma sul piatto mettono certamente molto meno rispetto a quanto facevano un tempo i broadcaster tradizionali.
Nella stessa situazione di Sony Tv c’è anche Warner Bros e per entrambe il futuro da indipendenti non sembra essere la scelta più opportuna.
La parte cinematografica, come detto, è ancora più avara di soddisfazioni. Fra le recenti produzioni c’è Passengers, film di fantascienza diretto da Morten Tyldum costato 110 milioni di dollari (99 milioni di euro) e con un incasso mondiale di appena 303 milioni di dollari (circa 273 milioni di euro). Poi c’è I Puffi – Viaggio nella foresta segreta, attualmente in programmazione in Italia che è costato 60 milioni di dollari (54 milioni di euro) e finora ha incassato 173 milioni di dollari (156 milioni di euro). Il più grande successo dello scorso anno è stato Angry Birds – Il film, che è costato 73 milioni di dollari (65,8 milioni di euro) e ha incassato 350 milioni (315,4 milioni di euro).
Per ora Sony nega di voler separare il suo business legato all’intrattenimento, e la scelta di Vinciquerra potrebbe essere stata fatta proprio per rimettere in sesto questa divisione. Di sicuro, però, questo non potrà essere realizzato senza perlomeno intessere partnership forti con altri operatori.
di Marco Livi, Italia Oggi