Con una sentenza che potrebbe avere una portata storica, la Corte Suprema statunitense ha autorizzato la citta’ di Miami ad avviare una causa contro Bank of America e Wells Fargo per la vicenda dei mutui subprime, sotto il cappello del Fair Housing Act.
La Corte ha, pero’, precisato che la citta’ di Miami dovra’ essere in grado di dimostrare che le due banche hanno causato un danno diretto alla citta’, in termini di crollo del valore degli immobili. La sfida non sara’, quindi, facile.
La tesi delle banche, rigettata dalla Corte, era che una citta’ non potesse portarle dinanzi al giudice.
Ma l’aspetto forse piu’ dirompente e’ che Miami, insieme a molte altre citta’ americane che hanno avviato cause simili, potrebbe veder consacrata giuridicamente la tesi secondo cui le banche possono danneggiare non solo i proprietari o i potenziali acquirenti di case, ma anche la citta’ nel suo insieme e, in particolar modo (nel caso specifico), la comunita’ ispanica.
La decisione della Corte e’ stata supportata da una coalizione tra il presidente conservatore di quest’ultima, John Roberts, e i giudici democratici che di rado si e’ vista nella storia dell’organo.
Nel 2012 Wells Fargo ha pagato piu’ di 175 milioni di dollari per risolvere simili accuse di discriminazione presentate dal Dipartimento di Giustizia. Come parte di quell’accordo, in cui la banca non ha comunque ammesso l’illecito, Wells Fargo ha risolto i procedimenti paralleli avviati dallo Stato dell’Illinois e dalla citta’ di Baltimora.
Nel 2011 il governo americano ha raggiunto un simile accordo da 335 milioni di dollari con Bank of America relativo alla controllata Countrywide Financial Corp.