La presidente di Mondadori e il pericolo dell’antipolitica: “Libri e cultura un argine alla Le Pen”
C’è una parola chiave che rivela la profonda stima e l’elogio pieno e convinto che Marina Berlusconi rivolge al padre Silvio per quanto ha fatto negli ultimi 30 anni da imprenditore e politico in Italia: “incommensurabilmente“. Non si può misurare, in altre parole, secondo la presidente di Mondadori, il contributo che Silvio Berlusconi ha dato per la libertà in Italia.
“Se togliessimo la figura di Silvio Berlusconi dagli ultimi trent’anni di storia, parlo del politico e dell’imprenditore, avremmo un’Italia incommensurabilmente meno libera”
Parole che Marina Berlusconi riserva al padre in un’intervista al Corriere della Sera in cui affronta diversi temi, dall’antipolitica alla cultura, dagli scontri con Vivendi ai fanatismi, dal Milan all’Europa. Sarà lei a presiedere l’Assemblea degli azionisti di Mondadori chiamata oggi ad approvare “il bilancio della svolta”.
PAPÀ, INCOMMENSURABILE
“Se essere populisti significa la capacità di entrare in sintonia profonda con gli altri, capirne esigenze e necessità, è un conto. Ma se invece si intende una generica voglia di essere anti tutto, allora mio padre è l’esatto contrario. Si è sempre battuto per il rispetto di quella democrazia liberale che chi nega l’idea stessa della politica vorrebbe cancellare, per sostituirla non si sa bene con che cosa”. […] “Mio padre è ancora e sempre un punto di equilibrio centrale nello scenario politico, resta dopo così tanti anni un grande protagonista positivo, con la sua esperienza e la sua lungimiranza. Se togliessimo la figura di Silvio Berlusconi dagli ultimi trent’anni di storia, parlo del politico e dell’imprenditore, avremmo un’Italia incommensurabilmente meno libera. Meno libera di scegliere, di intraprendere, di pensare con la propria testa senza chiedere la testa altrui. A mio parere questa è la sua più grande rivoluzione. Le sembra populismo?”.
MILAN, UNA SCONFITTA
“Nessuna vittoria, la vendita del Milan ha rappresentato una sconfitta per tutti. Quello del closing non è stato un gran giorno né per mio padre né per la nostra famiglia. Ma non si poteva fare altrimenti” […] “L’impatto positivo della vendita sui conti, tra l’incasso e gli esborsi annui che non dovremo più sostenere, è davvero rilevante”
BOLLORÉ, CAUSA DI TANTI MALI
“Dietro quei conti (in rosso di Mediaset, ndr) c’è un nome e un cognome: Vincent Bollorè. Senza il voltafaccia di Vivendi, Mediaset avrebbe chiuso il 2016 in pareggio, un risultato buono vista la debolezza del quadro generale. E comunque già quest’anno tornerà in utile”. […] “L’Agcom ha sancito che la posizione di Vivendi è illegale: il problema ora è tutto suo. La nostra posizione è molto chiara: la prima cosa che Bollorè dovrebbe fare sarebbe quella di rispettare il contratto vincolante che ha firmato e risarcirci degli enormi danni che ci ha procurato”.
MONDADORI, ISOLA FELICE
“Cresciamo per il terzo anno consecutivo e le previsioni per quest’anno sono ancora migliori”. […] “Lo stato di salute della cultura di un Paese dipende in larga parte da quello della sua industria culturale, dalla sua qualità, solidità, competitività. La svolta della Mondadori sta a significare che l’editoria non è avviata verso un inarrestabile declino. E io credo che di questi tempi ci sia un gran bisogno di buona editoria”. […] Viviamo tempi fatti di contrapposizioni, di chiusure, di ostilità. Noi, un editore come la Mondadori, non possiamo che essere l’esatto contrario di tutto questo. I muri tiriamoli su, eccome, se servono a fermare il fondamentalismo e il fanatismo, ma abbattiamoli se sono stati pensati per sbarrare la strada alla libertà di espressione, alla libera circolazione di idee e opinioni, al rispetto di chi non la pensa come noi”.
POLITICA, WHAT ELSE?
“Quello che ha trovato la formula magica nell’antipolitica, a costo di chiudere gli occhi di fronte a tutta la demagogia e l’ipocrisia di cui l’antipolitica si nutre. Mentre io credo che mai come oggi si dovrebbe tornare a dare valore alla politica. Che ha molto, anzi moltissimo da farsi perdonare, ma quale è l’alternativa?” […] “Il successo di certi movimenti e di certi leader non spunta dal nulla. È la comprensibile risposta ad una crisi economica devastante e alle insicurezze profonde che una globalizzazione non gestita ha creato. Rappresenta anche la reazione, altrettanto comprensibile, agli errori di chi ha governato prima o al cattivo funzionamento delle istituzioni”.
LE PEN, IL COLPO DI GRAZIA
“Rispetto Marine Le Pen e comprendo le motivazioni, molto concrete e non più eludibili, di chi la vota, ma penso che una sua elezione, e lo dico anche da imprenditore, rischierebbe di essere il colpo di grazia per un’Europa già estremamente fragile”.
L’Huffington Post