I listini continuano a soffrire l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche, che spostano gli investitori verso i beni rifugio quali la divisa nipponica e l’oro. L’indice Vix, termometro della “paura”, ai massimi da novembre. Il Tesoro mette in asta fino a dieci miliardi di Btp all’indomani del varo del Def
Ore 9:40. I venti di guerra che spirano sulla penisola coreana, solo l’ultimo dei tanti focolai di tensione internazionale, spostano gli investitori verso i beni più sicuri con l’effetto di indebolire il comparto azionario. La dinamica è emersa chiaramente in Giappone, dove lo yen – tradizionale porto sicuro in tempi di mari agitati – si è portato ai massimi da novembre. Di conseguenza ha penalizzato le azioni delle numerose aziende esportatrici, con l’esito di deprimere la Borsa di Tokyo con l’indice Topix ai minimi dell’anno. I listini europei riescono sono però a mettere in scena un timido rimbalzo in apertura, mentre l’indice Vix – segnala Bloomberg – balza ai massimi da novembre: l’indice della paura non era così in alto dai giorni delle elezioni americane. Milano segna un guadagno dello 0,6%, in linea con Francoforte e Parigi, mentre Londra aggiunge lo 0,44%.
All’indomani del varo del Def da parte del governo, e in attesa di conoscere le ultime limature alla manovrina di correzione dei conti da 3,4 miliardi di euro, lo spread tra Btp e Bund tedesco a dieci anni si conferma sopra 205 punti base con un rendimento al 2,26%. L’euro apre sopra 1,06 dollari: la moneta unica scambia a quota 1,0614 contro il biglietto verde. Il Mef colloca oggi quattro Btp per complessivi 8-10 miliardi di euro, fra i quali il nuovo Btp 0,35% con scadenza a giugno 2020. L’agenda macroeconomica prevede dalla Gran bretagna le statistiche sul lavoro (disoccupazione e retribuzioni), dagli Usa i prezzi all’import. In Germania, i saggi pubblicano le previsioni macroeconomiche di primavera, l’Opec il suo rapporto mensile sul mercato del petrolio. In Italia, a Siena si tiene l’assemblea ordinaria di Mps per l’approvazione del bilancio 2016. Da segnalare il nuovo provvedimento di Bankitalia su Banca Mediolanum: la Vigilanza intima a Berlusconi di scendere sotto il 10% del capitale per la perdita dei requisiti di onorabilità.
In mattinata il Nikkei della Borsa di Tokyo ha perso l’1,04% a 18.552,61 punti, sui minimi da quattro mesi. Coem accennato, lo yen è stato protagonista di una corsa al rialzo e per la prima volta da cinque mesi ha sfondato quota 110 nei confronti del dollaro. La divisa giapponese è salita ai massimi da 5 mesi anche sull’euro, sulla soglia di un cambio a 117. Ancora debole in mezzo a forti escursioni nei due sensi il titolo di Toshiba, che ieri ha annunciato un bilancio in forte rosso per lo più non ancora certificato dai revisori, avvertendo sul rischio che la continuita” aziendale possa non essere garantita. Su fronte macro, si segnala il dato di febbraio sugli ordini di macchinari, che risulta in aumento dell’1,5% rispetto al mese precedente, dopo il calo del 3,2% registrato in gennaio. L’indice dei prezzi al consumo in Cina ha invece registrato un calo dello 0,3% mensile a marzo ma l’inflazione su base annua è aumentata dello 0,9%, segnando un lieve recupero dopo il crollo del mese precedente.
Tra i beni che salgono quando in giro c’è paura, rientra a pieno titolo l’oro, che si porta verso i massimi da inizio anno: il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.275 dollari l’oncia. Anche le quotazioni del petrolio sono in netto aumento: i contratti sul greggio Wti con scadenza amaggio guadagnano 11 centesimi a 53,51 dollari al barile. Il Brent sale di 14 centesimi a 56,37 dollari.
La Repubblica