I no sono stati 161, 52 i sì e due astenuti. In Aula, la senatrice Paola Taverna ha attaccato parlando di “Giglio Tragico” e “sistema Renzi”. Il ministro non si è limitato a difendersi: “Mai avvisato Marroni dell’inchiesta. E’ una strumentalizzazione. Chi mi ha insultato rinunci all’immunità parlamentare per risponderne”. Renzi: “Respinti con perdite”
Il ministro dello Sport Luca Lotti supera lo scoglio della mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 stelle in relazione alla vicenda Consip. L’Aula ha bocciato la mozione con 161 no, 52 sì e due astenuti. Presenti 219, votanti 215. Hanno votato no anche i senatori di Ala e i tre esponenti tosiani di “Fare!”. In sede di dichiarazione di voto si sono pronunciati per il sì, oltre al Movimento 5 stelle, anche Lega e Sinistra Italiana. No alla mozione da Pd, Ap, Ala e Autonomie. Non partecipazione al voto per Forza Italia, Cor, Gal e Mdp. Gli “scissionisti” dem hanno a loro volta depositato ieri a Palazzo Madama la mozione rivolta al premier Gentiloni perché sospenda al ministro le deleghe.
L’ex premier ed ex segretario del Pd Matteo Renzi, nel corso della diretta #Matteorisponde, ha commentato: “Il M5s le fa solo per trovare un po’ di spazio sui giornali, poi prende delle sonore libecciate. E’ stata una mozione di sfiducia respinta con perdite”.
Lotti è indagato per rivelazione del segreto di ufficio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip: avrebbe segnalato ai vertici della centrale unica degli acquisti della pubblica amministrazione l’esistenza di un’indagine in corso e la presenza di cimici negli uffici di via Isonzo della concessionaria di Stato. Il ministro è arrivato in Senato proprio a ridosso dell’inizio dei lavori. E’ entrato dall’ingresso principale e rispondendo ai giornalisti si è limitato a dichiarare: “Sono tranquillo”. Poi si è seduto tra i banchi riservati al governo, dove accanto a sè ha trovato i colleghi Padoan, Poletti, Minniti, Sereni, Madia, Orlando, Finocchiaro, Galletti, Pinotti, Martina e Costa. Il ministro Delrio, defilato, si è accomodato tra i banchi del Pd.
Quando ha preso la parola, al termine della discussione seguita alla relazione di Paola Taverna, Lotti ha subito dichiarato: “Non ho mai avvisato l’ingegner Marroni di un’indagine in corso su Consip.Sostenere il contrario significa incorrere nel reato di calunnia. Questa rilevazione di segreto non c’è mai stata. La mozione di sfiducia mette in discussione quanto di più prezioso possegga: la mia moralità prima del mio ruolo politico. Respingo quindi con determinazione questo tentativo, sul piano dei fatti”.
“Io prima di voi attendo la verità – ha aggiunto il ministro -. La verità prima o poi arriva. Quando la verità arriva porta con sè le responsabilità, anche di chi ha mentito. Per paura o per altri motivi che non tocca a me indagare. Nè io nè i miei collaboratori abbiamo fatto qualcosa di illegittimo. I magistrati hanno avuto da me tutta la documentazione, incluse le agende, i miei spostamenti, gli ingressi nel mio ufficio. E i miei avvocati stanno collaborando anche con indagini difensive”. “E’ in corso una vergognosa strumentalizzazione – ha denunciato il ministro in Aula -. Ho fiducia nel sistema giudiziario e sono certo della verità, vorrei che l’accertamento fosse più rapido, ma ho imparato ad avere pazienza, a sapere che il tempo è galantuomo, accetto le strumentalizzazioni a testa alta e a viso aperto: a chi sputa sentenza dico ‘vi aspettiamo in tribunale’. Mi auguro che chi ha insultato me o la mia famiglia abbia il coraggio di rinunciare all’immunità per risponderne”.
“Colpendo me si vuole colpire Renzi e la stagione del riformismo – ha proseguito Lotti -. Chi chiede le mie dimissioni è politicamente scorretto”. Poi, in riferimento a Beppe Grillo e al M5s: “Non accettiamo lezione di moralità da un movimento fondato da un pregiudicato”. “Il garantismo a intermittenza” del Movimento 5 stelle “è profondamente ingiusto”, ha rincarato Lotti, “ho servito il mio Paese non venendo mai meno al giuramento di servire l’Italia con disciplina e onore. E’ in corso un gioco barbaro. Va respinto con forza di fare di quest’Aula una gogna mediatica con processi senza alcuno straccio di prova. Chi si piega per fini politici a un’indagine fa male a se stesso, non solo a noi”.
Assenti o in congedo i senatori a vita, la discussione era iniziata alle 15,30, illustrata dalla senatrice Paola Taverna. “Apprendiamo dai giornali che avete già deciso come votare sulla mozione di sfiducia al ministro Lotti, in modo da rimanere incollati alla poltrona – ha subito attaccato Taverna -. Ma siete complici della classica storia all’italiana, di mazzette, tangenti: ne abbiamo viste a dozzine da Tangentopoli a oggi. Dobbiamo spiegare agli italiani che siamo in ostaggio”.
“Il tema – ha spiegato Taverna – non è l’avviso di garanzia, ma la gravità delle accuse e per capirlo non abbiamo bisogno di aspettare le sentenze della magistratura. E’ un principio basilare, che noi del Movimento 5 Stelle, applicando il nostro codice etico elogiato dal magistrato antimafia Di Matteo, abbiamo già fatto nostro. Il Pd, invece, cosa applica? Il codice del ‘Giglio Tragico’ dove vale la regola della ‘Repubblica degli amici degli amici'”. E alla parola “codice etico” partono le prime proteste dai banchi del Pd.
“Lei, ministro – ha proseguito la senatrice – sarebbe la spia che disse a Luigi Marroni (amministratore delegato di Consip, ndr) ‘occhio che c’è una inchiesta su di voi’. E lui fa bonificare l’ufficio e vi trova effettivamente delle cimici. Marroni ha detto che non intende ritrattare e allora o è un bugiardo Lotti oppure è un bugiardo Marroni: per logica uno dei due dovrebbe andare a casa. Invece siamo all’assurdo, con Padoan che protegge Marroni e Lotti che resta al suo posto. Ma Lotti fa parte del ‘Giglio Tragico’. Uno che spiffera le indagini agli interessati doveva avere la delega ai Servizi? Voi siete impazziti. Vi pare una cosa normale questa? Sembrerà normale ai cittadini italiani?”.
Il “Giglio Tragico” è per Taverna “un vero e proprio ‘sistema Renzi’. Al centro di questa storia c’è l’imprenditore Alfredo Romeo che ha finanziato legalmente un po’ tutti, ma il nome di Lotti lo fanno due del Giglio Magico. Vannoni dice che anche Renzi sapeva dell’inchiesta, ma quando l’inchiesta stava arrivando a Tiziano Renzi tutto va in malora. In un Paese civile tutto basterebbe a far cadere il governo, in Italia invece c’è la più classica manfrina politica”. Sul punto la senatrice ha insistito: “Se cade il governo rischiate di dover tornare a votare, rispondere agli elettori e perdere la pensioncina che vi volete tenere ben stretta. E’ brutta la legge Fornero se la dovete applicare a voi stessi, vero? Per questo Mdp non vota la nostra mozione, un colpo al cerchio e uno alla botte in puro stile democristiano. Ditelo che ‘dp’ sta per democrazia delle poltrone”.
Quando Taverna ha toccato il tasto delle pensioni, i brusii dai banchi del Pd si sono trasformati prima in una risata, quindi in un applauso ironico per sfociare infine in proteste. Lotti ha ascoltato Taverna guardando con attenzione la senatrice prima a braccia conserte, poi poggiando il mento sulla mano.
La mozione di sfiducia è individuale, a carico del solo Lotti, dalle cui responsabilità viene svincolato il governo Gentiloni. Ragione per la quale Forza Italia ha fatto sapere che non parteciperà al voto. “Non risponderemo alla chiama – annuncia il capogruppo forzista Paolo Romani, al termine della riunione con cui i senatori azzurri hanno scelto la linea – Forza Italia crede nel principio costituzionale della responsabilità collettiva del governo”. Non parteciperanno al voto neanche Cor e Idea, che con Gaetano Quagliariello chiede al presidente Grasso la calendarizzazione “della nostra mozione per l’azzeramento dei vertici Consip e la sospensione di tutte le gare rispetto alle quali il management sia stato oggetto di pressioni, indebite richieste e ricatti”.
Stessa posizione per Mdp, che con il senatore Michel Gotor ribadisce il senso della mozione presentata dal gruppo: “Chiediamo anche in una sede parlamentare che il ministro Lotti si dimetta dal suo incarico. Nel caso decidesse di rimanere al governo, chiediamo al presidente del Consiglio, Gentiloni, la sospensione delle sue deleghe fino a quando la sua vicenda non sarà chiarita”. Non partecipa al voto anche Direzione Italia, ma Lucio Tarquinio accusa il Pd: “Noi garantisti, voi arroganti. Motivazioni pretestuose avrebbero potuto portarci a votare contro, come avete fatto voi anche in casi recenti”. Si asterranno dal voto, fa sapere il capogruppo Mario Ferrara, anche la maggior parte dei senatori di Gal, ancora per contrarietà alla sfiducia individuale.
In sede di replica all’intervento di Lotti, il senatore M5s Nicola Morra accusa il ministro di “non aver chiarito alcunché. Si e’ limitato genericamente a negare, quando invece Marroni non ha ritrattato affatto le sue deposizioni davanti ai magistrati. Lotti non ha spiegato perché non abbia querelato i renziani e toscani come lui Marroni e Vannoni e nulla ha chiarito in aula sui messaggi inviati a Michele Emiliano, caldamente invitato ad incontrare l’imprenditore e mediatore Russo anche lui indagato nell’affare Consip”. “E’ normale e sacrosanto – aggiunge in sede di dichiarazione di voto Michela Montevecchi – che la maggiore forza politica di opposizione senta il dovere di vigilare e chiedere un passo indietro a chi sta procurando discredito alle istituzioni. Lo facciamo con uno strumento legittimo che ci è dato dalla Costituzione, difendendo le prerogative del Parlamento, non per trasformare quest’Aula in una gogna mediatica o in un’aula processuale. La questione è politica ed etica”.
Favorevole alla sfiducia la Lega. “Non alla persona ma a un sistema – afferma in Aula il senatore Stefano Candiani -, che è evidente e che avete cercato di costruire sotto il governo Renzi e che ancora vive sotto mentite spoglie con il governo Gentiloni. Le indagini stanno portando a galla questo sistema. In quanto a Marroni stia sereno, tanto i suoi giorni sono segnati”. Aggiunge poi Gian Marco Centinaio: “A questo punto propongo di predisporre due corridoi per il voto, uno per la sfiducia a Luca Lotti, l’altra per Luigi Marroni. Diteci voi dove dobbiamo passare”.
Sì alla sfiducia da Sinistra Italiana. “In politica parlano i precedenti – premette Corradino Mineo -: Renzi chiese le dimissioni della Cancellieri dicendo che loro erano diversi, e oggi non sono più diversi, e Franceschini quelle di Bondi. Perché il presidente Gentiloni non applica lo stesso criterio di precauzione voluto da Renzi, perché il ministro Lotti non fa come Errani per poi tornare, con onore, al proprio ruolo? Se non avremo risposte chiare dal ministro Lotti, noi di Sinistra Italiana voteremo a favore della mozione di sfiducia”.
Contro la mozione Ap (“sfiducia come una casa costruita sul fango, con motivazioni pretestuose” dichiara Bruno Mancuso), Manuela Repetti del gruppo Misto (“mozione ingiustificata, sfiducia individuale arma impropria di strumentalizzazione politica”), Ala-Scelta Civica (“non possono colpire l’ex premier, beccano il suo fedelissimo o un suo familiare. Morale da quattro soldi” afferma Vincenzo D’Anna). No dal gruppo Autonomie. Karl Zeller: “Le indagini devono andare avanti e che la presunzione d’innocenza valga per tutti, per Lotti come per Raggi”.
Per il Pd, parola al senatore Andrea Marcucci, che accusa M5s di “furia giustizialista” e ricorda il caso di Virginia Raggi, citando sia il codice deontologico M5s che non prevede più dimissioni automatiche per chi è indagato, sia le parole garantiste di Renzi sul sindaco di Roma: “Lotti non scappa dalle indagini ed è estraneo a ipotesi di reato riguardo a tangenti o soldi. Non si è mai occupato di Consip, non esistono intercettazioni telefoniche. La presunzione di innocenza è una cosa seria e un avviso di garanzia non può diventare una gogna mediatica e politica per Matteo Renzi e il Pd”. Luigi Zanda: “La mozione del M5s parla di ‘inopportunità’ che Lotti resti ministro. Ha solo un significato politico. L’inopportunità viene usata come fosse un reato sul quale la sentenza di colpevolezza non viene emessa da un giudice, ma dal Parlamento. Sarebbe meglio maggior franchezza, più leale dire esplicitamente che bisogna sfiduciare l’onorevole Lotti perché è un nemico politico contro il quale è lecito l’uso di qualsiasi arma parlamentare”.
Maurizio Gasparri di Forza Italia, che come detto non partecipa al voto, invita il Pd a una riflessione, “dopo il 4 dicembre, dopo questo attacco. Siamo garantisti, ma amici miei che siete arrivati da Firenze per rottamare, innovare, rivoluzionare, shackerare, ala fine avete avuto il babbo, l’amico, il prente, il nominato. Sarà tutto penalmente irrilevante, ma non è molto nuovo, non è molto moderno. Queste cose si sono già viste tutte, nella vita italiana. Quindi non avete innovato un bel tubo. Siete degli italiani, come quelli della canzone di Toto Cotugno. Benvenuto nell’Italia che ha tanti vecchi difetti, che anche voi vi portate appresso”.
La Repubblica