Cupertino promette di impegnarsi a risolvere rapidamente ogni falla nella sicurezza dei suoi dispositivi. Anche Microsoft e Samsung commentano la pubblicazione dei documenti sulla piattaforma di Assange: «La protezione della privacy è una nostra priorità»
1.Nessun iPhone è al sicuro?
2.Apple: «Già risolto gran parte delle vulnerabilità»
Di risposte dalla Silicon Valley, riguardo alle rivelazioni di Wikileaks, ne sono arrivate. Ma la più completa e sostenuta è quella di Apple. Il 7 marzo, appena dopo la pubblicazione dei documenti, Cupertino rilascia una dichiarazione ufficiale per mettere il punto sulla sicurezza dei propri dispositivi e sul proprio impegno nella salvaguardia della privacy degli utenti. «La tecnologia che costituisce gli attuali iPhone — scrivono — rappresenta la migliore sicurezza a disposizione dei consumatori, e siamo continuamente al lavoro perché tale rimanga. I nostri prodotti e i nostri software sono fatti in modo da permettere miglioramenti nella sicurezza continui: l’80 per cento degli utenti utilizza l’ultima versione del nostro sistema operativo». Poi passa a commentare quei documenti che sostengono la presenza di profondi buchi nella sicurezza anche su ciò che esce dalle loro fabbriche: «Le nostre prime analisi hanno evidenziato che la maggior parte delle vulnerabilità rese pubbliche oggi sono state già risolte nell’ultimo iOS. Ci impegniamo a lavorare su ogni vulnerabilità identificata».
3.Samsung e Microsoft: «La sicurezza è una priorità»
Altre società hanno fatto dichiarazioni riguardo al programma di spionaggio della Cia. Più brevi e generici, puntano tutto sull’attenzione alla privacy degli utenti. Tra i dispositivi a rischio hackeraggio, ci sono alcuni modelli di smart tv Samsung: modelli usciti dalla produzione a fine 2014 che erano dotati di videocamera e microfono. «Proteggere la privacy dei consumatori e la sicurezza dei nostri dispositivi — si legge nel comunicato della casa coreana — è una delle nostre più alte priorità. Siamo consapevoli del report in questione e stiamo esaminando la questione con urgenza». Anche Microsoft ha rilasciato una dichiarazione, coinvolta perché nei documenti vengono citate vulnerabilità del sistema operativo Windows per Pc. Molto simile a quello di Samsung: «Siamo consapevoli del report e lo stiamo analizzando», ha detto un portavoce.
4.Google non risponde
Nessuna dichiarazione è arrivata finora da Google riguardo alle insinuazione che accusano il sistema operativo Android di essere vulnerabili al cyber-spionaggio della Cia, che avrebbe «penetrato, infestato e controllato» gli smartphone, citando poi i vari bug nella sicurezza dei software. Neanche Linux ha pubblicato reazioni: anche questo è un sistema operativo che — rivela Wikileaks — è soggetto ad «attacchi e controlli» e che quindi apre ad attacchi hacker i computer su cui è installato.
di Michela Rovelli, il Corriere della Sera