La rinuncia alla vicepresidenza dopo 17 anni, resta nel consiglio di amministrazione. Era in quota Crt ma dopo la ricapitalizzazione dell’istituto sottoscritto solo parzialmente dalle fondazioni bancarie gli equilibri sono cambiati. Sale il peso dei fondi
Per certi versi è la fine di un’epoca: dopo 17 anni Fabrizio Palenzona lascia «con effetto immediato» la vicepresidenza di Unicredit, restando consigliere di amministrazione. Il politico-banchiere di Alessandria, 64 anni, compie così un passo indietro nell’istituto che ha contribuito a creare, nel 1998-1999, con la fusione tra Cassa di Risparmio di Torino (Crt), CariVerona, Cassamarca e Credito Italiano. Per i limiti ai mandati introdotti con la riforma della governance Palenzona dovrebbe uscire dal board al rinnovo nel 2018. Con la sottoscrizione integrale — terminata ieri — dell’aumento di capitale monstre da 13 miliardi in larghissima parte da investitori esteri, le fondazioni italiane, eredi delle banche fondatrici del gruppo oggi guidato dal francese Jean Pierre Mustier, hanno sottoscritto solo parzialmente e si sono ridotte attorno al 5% dal precedente 6-7%. Troppo poco per il peso che esse esprimono nel board attuale, con 5 consiglieri su 17 e ben due vicepresidenti — Palenzona in quota Crt e il vicario, Vicenzo Calandra Buonaura per Carimonte. Terzo vicepresidente è Luca Cordero di Montezemolo, che guida anche il comitato governance, in rappresentanza del fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar, che ha sottoscritto l’intera quota del 5% confermandosi socio strategico della banca.
Fonti vicine a Palenzona sottolineano che la scelta di lasciare la vicepresidenza è stata presa in piena sintonia con Mustier e — come sottolinea la stessa banca in una nota — «allo scopo di agevolare le iniziative di revisione della governance programmate per il 2018» annunciate in dicembre da Mustier con il piano industriale. All’assemblea del 20 aprile potrebbe dimettersi da vicepresidente lo stesso Montezemolo, per accelerare il più possibile l’aggiornamento della governance, che prevede nel 2018 la riduzione da 17 a 15 consiglieri, con un solo vicepresidente. Palenzona è stato da sempre una figura influente nel mondo Unicredit. Nell’ottobre 2015 scoppiò il caso dell’imprenditore Bulgarella: secondo la Procura di Firenze sarebbe stato aiutato da Palenzona e dal suo braccio destro Roberto Mercuri a ottenere sostegno finanziario da Unicredit, tuttavia sia l’audit interno sia le stesse risultanze della magistratura hanno dimostrato che le ipotesi erano infondate. Ma il caso aveva però scosso la governance l’istituto allora guidato da Federico Ghizzoni. Palenzona, che nel corso del 2016 ha lasciato la presidenza di Adr (Aeroporti di Roma), dal 2003 resta al vertice di Aiscat (società autostradali) e proprio ieri a Bruxelles ha incontrato il presidente del parlamento Ue, Antonio Tajani.
Fabrizio Massaro, il Corriere della Sera