di Cesare Lanza
Scommettiamo che l’Inter non ci deluderà nella sfida di stasera con la Juventus? Sono, per una volta, cauto. E vi spiego subito i motivi. Il primo è che, forse, dovrei chiedere scusa a Stefano Pioli. Forse. Dovrò rifletterci e aspettare ancora un po’, a cominciare dall’esito di questa partitissima. Però, Pioli mezze scuse già se le merita tutte. Scrissi che, da esperto artigiano del calcio, avrebbe dato ordine e buon senso alla strampalata squadra ereditata da Roberto Mancini e Frank de Boer. Tuttavia aggiunsi che non era certo il leader capace di riportare l’Inter ai vertici. Invece Pioli non solo ha guidato la squadra a un’eccellente serie di vittorie (interrotta solo dalla sconfitta, in Coppa Italia con la Lazio, sottovalutata), ma ha fatto di più. Ha recuperato campioni importanti (Geoffrey Kondogbia per primo), ne ha conquistato la fiducia, si fa rispettare. E ora non vorrei floppare per la seconda volta il giudizio su di lui. Il secondo motivo della mia prudenza? Ho appena letto una lunga e polemica lettera di un vecchio collega, una firma del giornalismo sportivo che fu, David Messina. David «disconosce» il valore di Massimiliano Allegri, da me celebrato come il migliore in circolazione. Dice che la vera forza della Juve sono sempre stati gli Agnelli. (Ma non ci sono stati lunghi periodi bui?). Sostiene che non è «una grandiosa novità», come scritto da me, la formula con cinque attaccanti e rievoca Muccinelli – Boniperti – Charles – Sivori – Stacchini. (Non erano cinque punte e comunque mi riferivo al calcio recente). Ecco dunque una scommessa insidiosa: se vince Pioli disconoscerò Allegri? E se vince Allegri ridimensionerò Pioli, appena rivalutato?