di Cesare Lanza
Scommettiamo che la reputazione di Massimiliano Allegri si consoliderà comunque, a prescindere dai risultati che otterrà in stagione? Sento come doverosa questa puntualizzazione, da parte mia. Sono stato, temerariamente, fin da agosto e prima della nascita di questo giornale, a sostenere – contro pareri unanimi – che la Juventus avrebbe faticato molto in questo campionato e forse non avrebbe conquistato il sesto scudetto consecutivo. Le mie motivazioni? Un centrocampo ben lontano dai fasti (Pirlo, Vidal, Pogba) di un tempo. Difficoltà ambientali per Higuain. Troppi campioni e solisti nello spogliatoio. Pjanic che fa al massimo otto partite a stagione e si squaglia appena c’è da lottare. A parte Higuain, che si è ambientato benissimo, non mi sembra di essere lontano dalla realtà… Le quattro sconfitte (Inter, Milan, Genoa, Fiorentina), oltre a quella ancora col Milan nella Supercoppa italiana, indicano che le difficoltà ci sono. E io confermo le mie valutazioni estive. La Juve non vincerà con 15/20 punti di distacco come pronosticato da tanti superficiali osservatori (che poi si contraddicono ogni domenica), ma è indubbiamente favorita. Per due motivi. Il secondo è che le avversarie sono fragili: a cosa possono ambire la Roma che si fa ciulare dalla –Sampdoria, il Napoli che in casa non batte il Palermo ultimo in classifica, il Milan che stenta? Vedremo domenica quanto vale l’Inter, chiamata – a Torino – a un test definitivo. Ma la forza vera della Juve è Allegri: tanto misurato ed equilibrato quanto coraggioso e innovatore. La sua formula offensiva con cinque attaccanti è una grandiosa novità.
Cesare Lanza, La Verità