Per il broker Ynap sta perdendo quote di mercato soprattutto a favore di Ferfetch. Il gruppo potrebbe non stare al passo con i cambiamenti dell’industria, cosa che mette a rischio il potenziale di crescita. Tagliate le stime su ricavi ed ebitda. Il rating passa a underperfom e il target price a 20 euro
Exane Bnp Paribas boccia Yoox -Net-a-Porter e a Piazza Affari sul titolo piovono le vendite (-5,48% a 24,32 euro). Gli analisti della banca d’affari francese hanno tagliato il rating sull’azione da neutral a underperform, abbassando il target price da 27 a 20 euro (-26%), valore che implicherebbe nei prossimi dodici mesi un deprezzamento del titolo di circa il 18,4% rispetto ai valori attuali.
I marchi del lusso e i consumatori stanno abbracciando sempre di più il mondo digitale e la penetrazione dell’e-commerce è attesa duplicarsi nei prossimi cinque anni. A mano a mano che l’importanza del canale online va intensificandosi, le strategie dei brand si evolvono, portando all’emergere di nuovi modelli di business.
Come in ogni ciclo di innovazione, una volta che il tasso di adesione aumenta, cresce il numero di aziende che si cimenta con il nuovo sistema. Perciò nascono nuovi competitor che mettono pressione a coloro che finora sono stati i pionieri del mercato, introducendo, inoltre, ulteriori elementi di cambiamento che possono far virare l’industria verso nuovi lidi. Questo è il rischio che preoccupa gli esperti di Exane Bnp Paribas che temono che Ynap, già impegnata a portare a termine tutti i passaggi della fusione con Net-a-Porter, “possa non tenere il passo” con i cambiamenti dell’industria.
La divisione in-season di Ynap, che sta vivendo la più grande decelerazione del tasso di crescita post-merger, è quella che, secondo il broker, si trova ad affrontare la sfida più immediata. La minaccia si chiama Farfetch che “si sta espandendo a un ritmo del 60% ed è destinata a superare Net-a-Porter come portale di aggregazione nei prossimi 24 mesi”, hanno evidenziato gli analisti: “una maggior offerta, infatti, si combina con un unico modello operativo che sembra adattarsi meglio al contesto di sviluppo dell’industria”.
Meno esposte le divisioni off-season e flagship stores che, tuttavia, potrebbero “non essere in grado di compensare le pressioni subite dalle altre unità”. L’idea di delegare ad aziende esterne la gestione del sito web e della vendita a sconto, hanno spiegato da Exane Bnp Paribas , “è stata sposata agevolmente dai marchi del lusso, ma dato che ormai il canale online risulta riflettere la totalità delle prospettive di crescita del comparto, la protezione dell’integrità del brand e lo sviluppo di competenze interne stanno diventando due elementi critici”. Questo non metterà fine alle attività off-season e B2b di Ynap, ma “ne riduce le opportunità”, ha ribadito il broker francese.
In tutto ciò, ha proseguito, il colosso dell’e-commerce italo-britannico sta cedendo quote di mercato e, in un panorama sempre più competitivo, “il focus sui margini sembra fuori luogo”, con le dinamiche esterne che finiranno per “assorbire le sinergie”, impedendo di “raggiungere i target aggressivi in termine di espansione del margine ebitda previsti dal consenso”, ovvero +400 punti base entro il 2020 (7,6% al 31 dicembre 2015).
Exane Bnp Paribas si è sempre mantenuta più cauta nel formulare le proprie ipotesi, ma alla luce delle ragioni elencate, gli esperti hanno deciso di ridurre ulteriormente le proprie stime, portandosi ben al di sotto del consenso. La banca d’affari prevede ora ricavi per 1,870 miliardi di euro nel 2016 (consenso a 1,892 miliardi), per 2,155 miliardi quest’anno (consenso a 2,243 miliardi), per 2,484 miliardi nel 2018 (consenso a 2,484 miliardi) e per 2,854 miliardi nel 2019 (consenso a 3,137 miliardi).
Inferiori al consenso anche le aspettative sull’ebitda, stimato a 156 milioni nell’esercizio appena conclusosi (consenso a 155 milioni), a 180 milioni in quello corrente (consenso a 196 milioni) e, rispettivamente a 210 milioni (consenso a 259 milioni) e 250 milioni (consenso a 337 milioni) nel prossimo biennio. Il tutto con una marginalità ebitda sulle vendite in progresso frazionale nel periodo 2016-2019 dall’8,3% all’8,8%.
Elena Filippi, Milano Finanza