
Michael O’Leary, a. d. di Ryanair
Ryanair si arrende: in una lettera mandato ai piloti l’amministratore delegato della società Michael O’Leary si dice pronto a trattare con le associazioni che rappresentano i dipendenti. Lo sciopero, e la minaccia di ulteriori interruzioni del servizio durante le festività natalizie hanno consigliato una decisa retromarcia alla compagnia aerea, che fino a ieri scriveva che non avrebbe ‘mai e poi mai’ riconosciuto alcuna forma di rappresentanza sindacale, minacciando i dipendenti di sanzioni.
Il punto di svolta, in concomitanza col caos voli di settembre, è stato l’autogol – clamoroso, offensivo – di Micheal O’Leary. Definì i piloti che lavorano per Ryanair, l’azienda di cui è amministratore delegato “overpaid peacocks” e “glorified taxi drivers”. In pratica, “fighetti strapagati” e “tassisti gasati”.
“Da lì abbiamo capito che non sarebbe stato più possibile tornare indietro”. A parlare è Andrea – nome fittizio che gli assegniamo per garantirgli l’anonimato – primo ufficiale di Ryanair da più di un anno e mezzo che Business Insider Italia intervistò tre mesi fa.
“Da allora non è cambiato nulla: siamo solo più incazzati, altri miei colleghi stanno per abbandonare la compagnia e Ryanair sta dimostrando giorno dopo giorno di non sapere dove sbattere la testa. Sono alla frutta”.
Con il primo sciopero dei piloti italiani che lavorano per il vettore irlandese, a cui seguiranno quelli di Germania e Irlanda, cade un tabù.
“L’azienda aveva fatto ricadere su di noi la responsabilità dei voli cancellati negli scorsi mesi. Da quel momento noi piloti abbiamo iniziato a incontrarci più spesso. Molti di noi, qui in Italia, si sono iscritti all’Anpac (Associazione nazionale professionale aviazione civile, il sindacato, ndr). Abbiamo provato a contattare i vertici dell’azienda per un incontro, ma non ci hanno mai risposto. Ecco perché siamo arrivati allo sciopero”.
Centinaia di comandanti e primi ufficiali stanno abbandonando Ryanair (si parla di circa mille persone dall’inizio dell’anno). La maggior parte di chi lavora per la compagnia gialloblu non è dipendente. Si tratta di liberi professionisti privi di tutele. Niente assicurazione sanitaria, malattie non retribuite, straordinari pagati come lavoro ordinario. E a cui l’azienda chiede di rinunciare a giorni di riposo e ferie per far volare un aereo.
“Mi chiamano tutti i giorni, anche quando sono in vacanza, per convincermi a rientrare. E senza pagarmi un soldo in più – racconta Andrea – la situazione si è fatta pesante. Chiediamo, in sostanza, di avere un contratto di lavoro che ci garantisca tutele e che ci inquadri come dipendenti”.
Dopo l’annuncio dello sciopero, piloti e assistenti di volo hanno ricevuto due lettere differenti a firma del capo del personale, Eddie Wilson.
“Sono lettere minatorie – prosegue il primo ufficiale di volo – a noi hanno scritto che se aderiamo all’agitazione ci bloccano la carriera, ci tagliano gli aumenti di stipendio e ci congelano le richieste di trasferimenti in altri aeroporti. Quando è arrivato il documento alla nostra base, ci siamo messi a ridere. Noi non ci pieghiamo e andiamo avanti, perché scioperare è un nostro diritto. Ryanair non sa più che fare, e quella lettera è scandalosa…come si permettono?”.
La convinzione è che anche dopo lo stop di oggi le cose non cambieranno.
“E come possono cambiare? O’Leary continua a ripetere che non crede nei sindacati e che finché ci sarà lui non metteranno piede in azienda. Faranno orecchie da mercante, non ci ascolteranno”.
Il punto però, secondo Andrea, è che Ryanair sta giocando col fuoco. Il ragionamento è molto semplice: senza piloti un aereo, da solo, non decolla. E per mantenere i costi bassi al fine di garantire un servizio low cost, il vettore irlandese non può permettersi il turnover.
“I comandanti se ne stanno andando via – chiarisce Andrea – ed è impossibile rimpiazzarli in breve tempo, perché per diventare comandante ci vogliono quattro-cinque anni. Ryanair dispone di migliaia di cadetti, è vero, ma da soli non possono portare un aereo. Si arriverà al punto in cui all’azienda mancheranno comandanti e primi ufficiali con esperienza e non ci saranno persone qualificate per sostituirli. Se ne accorgeranno troppo tardi, solo dopo averci sbattuto il muso”.
Ecco la lettera spedita ai Piloti dal capo del personale di Ryanair
Alberto Mazzocchi, Business Insider Italia