“Le attività depositate e le somme detenute sui conti correnti e sui libretti di risparmio all’estero – si legge nell’emendamento riformulato – in violazione degli obblighi di dichiarazione da soggetti fiscalmente residenti in Italia ovvero dai loro eredi, in precedenza all’estero, iscritti all’Aire, o che hanno prestato la propria attività lavorativa in via continuativa all’estero in zone di frontiera e in Paesi limitrofi, derivanti da redditi prodotti all’estero possono essere regolarizzate, anche ai fini delle imposte sui redditi prodotti dalle stesse, con il versamento del 3% del valore delle attività e della giacenza al 31 dicembre 2016 a titolo di imposte, sanzioni e interessi”.
La sanatoria si applica anche “alle somme e alle attività derivanti dalla vendita di beni immobili detenuti nello Stato estero di prestazione della propria attività lavorativa in via continuativa”.
L’istanza di regolarizzazione può essere trasmessa fino al 31 luglio 2018 e gli autori delle violazioni possono provvedere spontaneamente al versamento in un’unica soluzione di quanto dovuto entro il 30 settembre 2018.
Il versamento può essere ripartito in tre rate mensili consecutive di pari importo e il pagamento della prima rata deve essere effettuato entro il 30 settembre 2018.
La proposta posticipando al 30 giugno 2020 i termini per l’accertamento precisa che sono soggetti al controllo le somme e le attività oggetto della procedura di regolarizzazione.
La sanatoria non si applica alle attività già oggetto di voluntary disclosure e comunque non è previsto il rimborso delle somme già versate.
Stop alla sanatoria sui mancati versamenti. Non passa invece la proposta di sanatoria che prevedeva di non pagare sanzioni anche nei casi di accertamento del mancato pagamento delle tasse. L’emendamento Broglia (Pd) al decreto fiscale e’ stato bocciato dalla commissione bilancio del Senato. La proposta prevedeva che le rate dei pagamenti dovuti a seguito dell’attivita’ di controllo e accertamento dell’Agenzia delle entrate sulle dichiarazioni dei redditi e Iva in corso al 16 ottobre scorso si sarebbero potute versare senza sanzioni in un’unica soluzione entro maggio 2018 o in sei rate, di cui l’ultima a marzo 2019.
ItaliaOggi