Sono 44 milioni gli studenti americani indebitati, 1.400 miliardi di dollari da restituire
Studiare negli Stati Uniti sta diventando un lusso, almeno per quanto riguarda l’istruzione secondaria. Tanto da costringere gli universitari e le loro famiglie a indebitarsi sempre di più e più a lungo. Sono almeno 44 milioni i cittadini americani titolari di «student loan», prestiti contratti per accedere agli atenei a stelle e strisce, ovvero il 13% della popolazione. L’indebitamento complessivo ammonta a 1.400 miliardi di dollari, con un aumento di 833 miliardi negli ultimi dieci anni, secondo i dati di Experian. L’indebitamento pro capite ammonta a 34.144 dollari, ovvero il 62% in più rispetto al 2007, mentre è triplicato il numero di coloro che devono ripagare prestiti per oltre 50 mila dollari. Si tratta in non pochi casi di somme che vincolano il contraente per tutto il resto della vita, tanto è vero che gli «student loan» sono attualmente il secondo debito più elevato che gli americani contraggono dopo il mutuo sulla casa.
Il record
La palma di college più caro è risultata essere del Rose-Hulman Institute of Technology, un piccolo ateneo dell’Indiana da 59.113 dollari l’anno (al netto delle spese accessorie). Mentre il più a buon mercato è la Catholic liberal arts institution di Wichita, in Kansas, con 3.809 dollari. I prestiti universitari sono così secondi solo ai mutui per la casa in termini di interessi, e ben più elevati dei prestiti per le auto e i finanziamenti con carta di credito, con conseguenze di lungo termine. Le rilevazioni sono allarmanti, perché un numero crescente di Millennials, ovvero i nati dal 1980, rinunciano sovente a sposarsi e avere figli, o più semplicemente ad acquistare un’automobile, per i pesanti debiti universitari da ripianare. E questo causa pentimenti: il 36% degli studenti indebitati dice che avrebbe preferito non andare al college. Il problema si complica col rifinanziamento che permette una dilazione ma con costi crescenti, come accadde con gli «equity loan» dei mutui, che amplificarono la voragine dei subprime dieci anni fa.
La crisi insegna
Un elemento positivo emerge tuttavia proprio dall’esperienza della grande crisi: la consapevolezza e il saper gestire un po’ meglio le finanze domestiche ha consentito di ridurre il numero delle inadempienze sui prestiti universitari del 3%, dal 2007 ad oggi. «In passato i prestiti convenivano perché si accedeva a posizioni molto remunerative, oggi è importante fare un bilancio consapevole di costi e opportunità», dice Rod Griffin, esperto di Experian. I tempi infatti sono cambiati, e nonostante la ripresa il mercato occupazionale presenta ancora fragilità, con un livello di salari e stipendi quasi stagnante, come dimostra la crescita di appena lo 0,1% registrata ad agosto.
Francesco Semprini, La Stampa