Dopo i tweet di Trump che annunciavano il no all’ingresso dei transgender nelle forze armate, centinaia di persone hanno manifestato in tutti gli Stati Uniti. E l’esercito canadese ha twittato: “Benvenuti tutti gli orientamenti sessuali e le identità di genere”
L’annuncio del divieto ai transgender di arruolarsi nell’esercito, sta scatenando proteste in tutto il Paese e divisioni profonde tra i veterani di guerra presenti al Congresso. San Francisco per prima ha guidato il dissenso coast to coast contro il bando annunciato su Twitter dal presidente americano. I sostenitori dei diritti delle minoranze sessuali hanno affollato il piazzale dedicato al defunto attivista Harvey Milk, icona e simbolo della lotta per i diritti omosessuali, scandendo lo slogan: “In piedi, lottate! Alziamoci e combattiamo” e sventolando bandiere rosa e blu. Anche a New York, in centinaia si sono radunati davanti ad una stazione di reclutamento militare e sono scesi in strada in una delle piazze simbolo del movimento gay di San Francisco. La scritta “Resist” è comparsa su numerosi cartelli esposti dai manifestanti davanti ad una stazione militare a Times Square, nel cuore di Manhattan. I veterani di guerra del Congresso americano si sono apertamente schierati, in polemica tra di loro. La senatrice Tammy Duckworth, ex pilota di elicottero che ha perso le gambe e l’uso del braccio destro durante la guerra in Iraq, ha definito discriminatorio l’annuncio di Trump: “Quando il mio Black Hawk è stato colpito, non mi sono chiesta se i miei soccorritori fossero gay, trans o etero. La cosa più importante era che non mi lasciassero indietro”.
Steve Russell, un ufficiale dell’esercito in pensione, combattente in Iraq e Afghanistan, ha invece sostenuto che i militari transgender, a causa delle numerose cure mediche a cui si devono sottoporre, non sono in grado di servire il Paese: “Non mi sorprende che l’amministrazione abbia preso questa decisione”. Fuori dai confini statunitensi sono iniziate le prime reazioni. Primo su tutti il Canada, che a poche ore di distanza dai cinguettii presidenziali ha twittato sul profilo ufficiale dell’esercito canadese: “Benvenuti tutti gli orientamenti sessuali e le identità di genere. Unitevi a noi”. Il tweet è stato postato con una fotografia dei membri della banda militare con le bandiere arcobaleno e in poco meno di un’ora, condiviso 2.500 volte. La risposta canadese ai veti trumpiani non è cosa nuova. Nei giorni del divieto di entrata negli Stati Uniti, dei cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana, Trudeau twittò: “A coloro che fuggono da persecuzioni, guerre e terrore, i canadesi offrono il benvenuto, al di là del credo religioso. La diversità è la nostra forza”. Secondo un studio condotto nel 2016 dalla Rand Corporation, think tank statunitense, i militari transgender arruolati a tempo pieno nell’esercito americano nel 2014 sarebbero 2.450, lo 0.1 per cento del totale delle presenze. 1.510 sarebbero invece impiegati nella Selected Reserve.
la Repubblica