E’ finita la crisi delle banche? Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dichiara che “il peggio è alle spalle”, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, afferma che l’allarme è passato, ma la ristrutturazione è incompleta e che occorre ridurre i costi (prepensionamenti? E a carico di chi?), governare efficientemente e attivare operazioni di aggregazione (il riferimento è alle banche di credito operativo che operano sul “territorio” e che saranno il prossimo problema). Il presidente dell’Associazione bancaria italiana (ABI), Antonio Patuelli dichiara che gli interventi del Governo “hanno eliminato i rischi sistemici dal mondo bancario”; ci verrebbe da chiedere perché quei rischi sistemici non sono stati evitati o limitati, in primis, dall’ABI stesso. Patuelli si lamenta dei requisiti minimi di fondi propri e altre passività soggette a bail-in (MREL), cioè della capacità delle banche di disporre di risorse per assorbire le perdite. A noi sembra più che ragionevole per evitare quel che già è accaduto. D’altronde basterebbe ricordare l’art.47 della Costituzione che recita: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Era sufficiente applicare questa norma della nostra Carta. E’ stato fatto? Ci sovviene qualche dubbio.
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