Le sportive Tesla favorite dalla detassazione delle auto elettriche. E intanto Musk avrebbe stretto un accordo per produrre anche in Cina
A ogni marchio la sua città. Se Roma è la capitale planetaria delle Smart, a quanto pare Hong Kong è quella di Tesla. La metropoli a controllo cinese ha problemi di traffico e inquinamento. Una questione legata più all’elevata densità di popolazione (oltre 7 milioni di abitanti) che all’alta concentrazione di auto private: con 56 ogni 1.000 abitanti è una delle più basse in assoluto (in Italia siamo a 62, ma ogni 100). L’amministrazione ha comunque voluto puntare sulla mobilità alternativa, incentivando generosamente l’acquisto di veicoli elettrici. Secondo l’analisi di Bloomberg, Hong Kong avrebbe finora assorbito il 6% delle vendite totali di Model S.
In valori assoluti non si tratta di cifre esorbitanti, ma nei soli ultimi 4 mesi del 2016 l’87% delle auto elettriche immatricolate nella metropoli è riconducibile al marchio californiano. Gli altri costruttori hanno quote marginali: Bmw arriva al 5,4%, Nissan al 3,6% e Renault al 2,4%. Lo scorso anno quasi il 7% delle auto targate a Hong Kong era a marchio Tesla: un vero “paradiso” per la società di Elon Musk. La metropoli ha impresso una svolta anche simbolica al proprio sistema di mobilità (da 100 auto elettriche nel 2010 a 8.000 a fine 2016) ospitando sia la gara inaugurale della terza stagione della Formula E sia i primi due ePrix della quarta (i prossimi 2 e 3 dicembre).
Gli amministratori cittadini hanno rafforzato il sistema di trasporto pubblico (bus, metro, traghetti) e favorito la conversione del parco circolante esentando sostanzialmente i veicoli elettrici acquistati dai privati dalle elevatissime imposte, che possono raggiungere anche il 115% del prezzo di listino. Anche gli investimenti nella rete di ricarica sono stati agevolati. Questo, naturalmente, non significa che le vetture a zero emissioni siano “popolari” perché i costi di gestione sono proibitivi (qualche anno fa aveva fatto notizia la vendita di uno stallo, seppur in un’area particolarmente rinomata, per un controvalore attorno ai 300.000 euro).
Dallo scorso primo aprile, tuttavia, Hong Kong ha deciso di cambiare strategia e di eliminare gradualmente l’incentivo con una ricaduta sui listini che torna a far diventare appetibili auto alimentate con motori termici. Finora, grazie all’esenzione, una Tesla Model S costava attorno ai 65.000 euro (570.000 dollari di Hong Kong) contro i 125.000 di una Mercedes E200. Con il parziale abbattimento del “bonus” la forbice di prezzo si è ridotta a poco più di 20.000 euro. Tesla potrebbe però rifarsi sulla vicina Cina, primo mercato mondiale assetato di elettrico: secondo Bloomberg, l’azienda avrebbe stretto un accordo per l’installazione di una nuova fabbrica – la prima al di fuori dagli Stati Uniti – nella regione di Shanghai.
La Stampa