In cima alla graduatoria c’è il Lussemburgo, seguito dalla Germania.
Stessa posizione, per l’Italia, anche se si guarda il Pil pro capite
In Italia, Irlanda e Cipro l’indice europeo che misura il benessere materiale delle famiglie è inferiore del 10% o più della media dell’unione europea; in Spagna, Lituania, Portogallo e Malta è fra il 10 e il 20% inferiore mentre in Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia, Polonia e Slovenia è tra il 20 e il 25% inferiore. E’ quanto emerge da un’analisi di Eurostat.
Per l’esattezza l’indice Aic (Actual individual consumption) pro capite si è attestato in Italia nel 2016 a quota 97 (base 100), il paese si trova in 12a posizione. L’indice è più elevato in Lussemburgo (132), Germania (122), Austria (118), Regno Unito (115). La Francia è in ottava posizione, la Spagna in 14ma. L’indice Aic misura i beni e i servizi consumati dagli individui indipendentemente dal fatto se sono stati acquistati da loro e pagati dalle famiglie, dal governo o da organizzazioni non profit. Si tratta di una misura preferita dagli statistici perché non è influenzata dalla differenza nell’organizzazione di servizi consumati dalle famiglie (Sanità, educazione) tra i vari Stati.
L‘indce Aic espresso in standard di parità di potere d’acquisto varia dal 53% al 132% nella Ue. Dieci stati registrano un livello superiore alla media Ue. Sei stati si trovano oltre il 30% e fino al 40% sotto la media europea (Estonia, Lettonia, Ungheria e Romania), la Croazia è sotto il 40%, la Bulgaria al 53%. Quanto al pil pro capite, che misura l’attività economica, le differenze nella Ue sono sostanziali. Nel 2016 varia dal 48% della media in Bulgaria al 267% in Lussemburgo.
Undici stati registrano un livello superiore alla media Ue. L’Italia è a quota 96. La posizione nella graduatoria è la stessa rispetto all’indice Aic.
la Repubblica