Un emendamento riprende il decreto fiscale dello scorso anno: gli indici scatteranno dall’anno 2017. Entro 90 giorni l’Agenzia delle Entrate deve emanare un provvedimento applicativo
Da quest’anno gli «indici sintetici di affidabilità» fiscale sostituiscono gli studi di settore. Questa è una delle misure inserite nella manovra-bis attraverso un emendamento promosso dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio di Montecitorio: i primi firmatari sono i deputati Pelillo, (Pd) e Bernardo (Ap). L’obiettivo è quello di favorire una maggiore «osservanza degli obblighi fiscali» per lavoratori autonomi e imprese. Infatti secondo i dati degli studi di settore 2016, relativi al periodo d’imposta 2015, questo strumento ribadisce che i redditi sarebbero molto bassi: nel commercio, ad esempio, la media è di 22.500 euro, che scendono a 18.500 per le persone fisiche (30.800 per le società di persone e 27.500 per le società di capitali) .
Nell’emendamento si ripropone il testo del disegno di legge presentato a fine aprile. Come disposto dal decreto fiscale dello scorso anno, gli indici dovranno sostituire gli studi di settore a partire dall’anno di imposta 2017. L’Agenzia delle Entrate dovrà quindi emanare un apposito provvedimento entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovrina. Gli indici, elaborati con una metodologia basata su analisi di dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta, si legge nel documento, «rappresentano la sintesi di indicatori elementari tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale, anche con riferimento a diverse basi imponibili, ed esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente».
Il Corriere della Sera