Limitare le perdite giornaliere dell’azienda da una parte; salvaguardare il più alto numero di posti di lavoro dall’altra: intorno a questa sfida si è svolto l’ultimo incontro sul futuro della Simav.
Alla fine, i sindacati hanno chiesto alla Regione Lazio e al Mise di istituire un apposito tavolo di crisi che coinvolgerà anche le aziende interessate alle attività che Simav lascerà, e soprattutto Aeroporti di Roma, ex datore di lavoro delle persone sottoposte a procedura di licenziamento collettivo. “In questo modo – fanno sapere i sindacati – ognuno dovrà giocare la partita a “carte scoperte”. Nel caso questo tavolo non verrà attivato in tempo utile verranno messi in campo tutti gli strumenti necessari di lotta e di protesta come lo sciopero”.
Come raccontato nelle scorse settimane, in tutti questi anni, dunque, i lavoratori impegnati in queste attività sono stati il fiore all’occhiello per quanto riguarda l’eccellenza tecnica di Aeroporti di Roma. Avere a disposizione locali e attrezzature che difficilmente si trovano a livello europeo, ha permesso di specializzarsi su molti aspetti: il fatto che molto spesso le case costruttrici degli stessi mezzi aggiornavano i propri prodotti con i suggerimenti che provenivano da queste officine, è un importante indicatore.
La parabola Alitalia, dunque, non riguarda solo la compagnia aerea, ma anche le diverse realtà aziendali ad essa legate: tra queste, appunto, c’è la Simav, eccellenza italiana nella manutenzione mezzi. La procedura di licenziamento collettivo è stata avviata lo scorso 14 aprile 2017. Nell’ultimo tavolo, secondo le organizzazioni sindacali, “si è preso atto delle necessità di Simav di voler chiudere quanto prima la procedura in modo tale da limitare le perdite giornaliere prodotte, e quelle dei sindacati che danno priorità invece alla salvaguardia occupazionale”. Per questo, visto che la vicenda è molto articolata e “per evitare il “mercato delle vacche” con aziende interessate a fare business che contattano testa a testa i lavoratori barattando un posto di lavoro in cambio dei diritti, i sindacati hanno comunicato alla Simav che chiederanno ufficialmente un apposito tavolo di crisi”.
di Luca Cirimbilla