di Cesare Lanza
Scommettiamo che il commissariamento di Alitalia durerà più dei 6 mesi previsti? Non allarmatevi: da parte mia nutro ancora qualche fiducia sulla possibilità che la cosiddetta società di bandiera (non lo è più) possa risollevarsi. La fiducia innanzitutto deriva dal rispetto per i commissari: a quanto pare, saranno Luigi Gubitosi ed Enrico Laghi. Ed ecco le mie opinioni. Gubitosi era riuscito nella titanica impresa di mettere a posto i conti della Rai. Perplessità? È un uomo serio e non sempre, non disponendo di protezioni politiche, incontra la stessa serietà negli interlocutori. Ma in questo caso la politica non c’entra, il governo ha detto che la nazionalizzazione non ci sarà: non saranno buttati soldi pubblici, come accadde nel 2008 (e oltre), quando furono nominati i «capitani coraggiosi». Quanto a Laghi, certamente è un bravo economista, cocco dell’élite. Perplessità? Forse, proprio per quest’ultima indicazione: lo chiamano il «re dei collegi sindacali», oltre all’Ilva ha una ventina di incarichi. Avrà la concentrazione indispensabile? Spero di sì, ma mi piacerebbe essere rassicurato. Secondo motivo: quando il commissariamento è affidato a manager scrupolosi, gli esiti sono quasi sempre soddisfacenti. E allora perché scommetto che il commissariamento sarà più lungo dei 6 mesi rituali? Alitalia è un caso drammatico. Gubitosi e Laghi hanno la capacità per venirne a capo. Cioè: definire un piano industriale, tagliare i costi superflui, non interrompere i voli, trovare risorse finanziarie, individuare investitori, possibili soci o acquirenti. Ma 6 mesi non bastano. Si troverà qualche espediente per allungare i tempi. A patto però che non paghi Pantalone.
Cesare Lanza, La Verità