Sul piatto 200 mln per la rete e focus sulla marca privata
Negozi di vicinato di piccole o medie dimensioni, investimenti da 200 milioni di euro nel 2017 per ampliare la rete vendita e le infrastrutture e un focus sulla marca commerciale, soprattutto nei segmenti premium, salutistico e biologico, sono gli ingredienti della strategia con cui Despar Italia conta di continuare a crescere.
Il consorzio, che riunisce sei aziende associate che operano con le insegne Despar, Eurospar e Interspar, ha chiuso il 2016 con un aumento delle vendite al pubblico del 4% rispetto al 2015, per 3,282 miliardi di euro.
«Dopo qualche anno di turbolenza, ora Despar ha una strategia chiara verso cui i soci sono proiettati: si tratta di puntare su supermercati di piccole e medie dimensioni, di vicinato, con un livello qualitativo medio-alto», spiega Paul Klotz, presidente di Despar Italia, che conta su una rete di 1.159 negozi (432 diretti e 727 affiliati) ed è parte di un gruppo internazionale, Spar International. «Puntiamo sul servizio, cerchiamo di offrire le novità prima di tutti e di migliorare i punti vendita ristrutturandoli e inserendo reparti nuovi».
Per quanto riguarda i prodotti, il focus del consorzio (costituito da Aspiag Service, Ergon, Fiorino, Maiora, L’Alco Grandi Magazzini e Scs), è sull’innovazione legata «allo stile nutrizionale del cliente italiano ed europeo che sta cambiando, dando spazio al biologico e al salutistico perché oggi si mangia per star bene e tenersi in forma», continua il presidente.
Su questo fronte si lavora anche per quanto riguarda la segmentazione dell’offerta sotto la marca del distributore, che nel 2016 ha costituito il 18% delle vendite, con l’obiettivo di raggiungere il 19% quest’anno.
La proposta da questo punto di vista è composta da oltre 2.700 referenze: nel 2016 sono state lanciate 225 nuove proposte e nel 2017 l’azienda prevede di introdurne ulteriori 290, principalmente nei segmenti premium, salutistico, biologico e dei prodotti di filiera, con una crescita prevista del fatturato del prodotto a marchio privato del 6,5%.
«Abbiamo risposto con anticipo rispetto ai trend che si stanno affermando oggi, lanciando per esempio nel 2002 il marchio biologico, poi quello salutistico e da qualche anno abbiamo una linea senza glutine e senza lattosio per chi ha intolleranze alimentari. Tutto ciò ci ha portato a crescere anche nel 2016, un anno caratterizzato da una situazione non semplice e da molte incertezze», sottolinea il presidente del gruppo.
Per quest’anno sono previsti investimenti «sia in nuove aperture, sia per la ristrutturazione di negozi già esistenti, aggiungendo per esempio nuovi reparti come quello dedicato al sushi, sia per le infrastrutture, come il centro logistico e nuovi sistemi informativi», racconta Klotz. «I nostri supermercati sono sempre più moderni, caratterizzati da un basso consumo energetico e stiamo lavorando molto sul recupero di siti abbandonati o degradati, per esempio a Venezia nell’ex Cinema Teatro Italia abbiamo aperto un punto vendita restaurando la struttura. L’idea quindi è non consumare nuovo suolo ma recuperare strutture esistenti».
Per quanto riguarda la comunicazione, «abbiamo un approccio classico, usando molto i volantini e la stampa», osserva il presidente, «ma ci stiamo muovendo anche sul digitale, sui social network. Cerchiamo di comunicare anche valori importanti e le nostre iniziative in campo sociale: per esempio sosteniamo la Croce e Rossa, non buttiamo il cibo in scadenza ma lo doniamo a persone bisognose e ci impegniamo nell’educazione alimentare dei ragazzi a scuola», conclude Klotz.
di Irene Greguoli Venini, Italia Oggi