L’a.d. Mauri annuncia piano acquisizioni in Italia e all’estero. In 3 anni apriranno 150 librerie. Nel 2016 ricavi a +12,4%, utile netto triplicato a 22,5 mln
Perciò contiamo di aprire 150 nuovi negozi nei prossimi tre anni, con una forte espansione del franchising», ha dichiarato ieri Ernesto Mauri, a.d. della casa editrice di Segrate, in occasione della presentazione dei conti 2016. «Possiamo procedere a ulteriori acquisizioni perché generiamo cassa e il nostro indebitamento ce lo permette». Il flusso di cassa ordinaria nel 2016 è stato infatti di 67,9 mln, 48,4 mln a perimetro omogeneo e per il 2019 è atteso nuovamente intorno ai 60 milioni. Invece l’indebitamento al 2019 è atteso a quota 155 milioni, con la possibilità di accedere al credito per 500 milioni. A fine 2016, la posizione finanziaria netta è pari a -263,6 mln, da confrontarsi ai -199,4 mln al 31 dicembre 2015.
Nonostante l’acquisizione di Rcs Libri e dei siti Banzai, rispettivamente ad aprile e giugno scorso, «possiamo fare di più. Dobbiamo completare il percorso», ha proseguito Mauri, considerando che «abbiamo iniziato il recupero di redditività nel 2013». Intanto lo scorso esercizio si è chiuso con un fatturato per 1.262,9 mln (+12,4% e -2,9% a perimetro omogeneo) e con un ebitda adjusted pari a 108,5 mln (+48,5% e a perimetro omogeneo pari a 88,2 milioni, a +20,7%). Il risultato netto è positivo per 22,5 mln (comprensivo di 1 mln di plusvalenza per cessioni), triplicato dai precedenti 6,4 mln (che includevano una minusvalenza di 8,7 mln per la cessione delle attività radio). In particolare, dal 2013 a oggi, hanno contribuito ai ricavi complessivi per 1.262,9 mln acquisizioni per 172 mln mentre l’ebitda adjusted di 108,5 mln è stato sostenuto per 20,4 mln dalle acquisizioni, per 14,8 mln dalla razionalizzazione delle attività e per altri 24,2 mln dall’attività dell’editrice. Sempre a livello di ebitda adjusted, area per area, il contributo dei libri è stato di 75,3 mln nel 2016, quello dei periodici Italia di 10,5 mln, dei periodici francesi di 33,2 mln e la vendita retail di 1,8 mln.
La necessità delle acquisizioni, sempre secondo l’a.d. della società presieduta da Marina Berlusconi, è determinata «dal settore dei periodici in calo, per cui occorre migliorare il perimetro e consolidarci. Per esempio in Francia e in Italia sul digitale. Nei libri, invece, se non possiamo più operare in Italia per i limiti dell’Antitrust», visto che Mondadori ha dovuto cedere dal pacchetto Rcs Libri Marsilio e Bompiani (a luglio e dicembre scorso), «è doveroso guardare all’estero. Di certo c’è che non possiamo stare fermi».
Mauri, che non trascura i periodici in Italia programmando entro l’estate il restyling (anche in termine di foliazione) di Chi e a seguire il lancio del nuovo popolare dedicato ai vip Spy se i test andranno bene, conferma gli obiettivi del piano triennale al 2019. Quindi, per il 2017, le stime prevedono ricavi sostanzialmente stabili e un ebitda adjusted in crescita «high-single digit», con un miglioramento della redditività percentuale. L’utile netto è atteso in crescita del 30%. Alla fine del piano, invece, il fatturato previsto a perimetro attuale supera gli 1,3 mld di euro, l’ebitda adjusted a quota 115 mln circa e l’utile netto pari a 35 milioni di euro, con una generazione di cassa ordinaria prossima ai 60 milioni di euro e una posizione finanziaria netta negativa intorno a 155 milioni di euro, «che non include l’impatto di eventuali distribuzioni di dividendi», hanno precisato da Segrate.
A proposito di dividendo, l’eventualità di staccare una cedola «non impedisce di proseguire con le acquisizioni», ha aggiunto Mauri riferendosi ai risultati 2017, qualora l’azionista lo chiedesse.
Ieri il titolo Mondadori ha chiuso in Borsa Mondadori a -1,89% a 1,71 euro, dopo i risultati 2016 che a detta degli analisti sono stati misti.
di Marco A. Capisani, ItaliaOggi