In una nota il dicastero ribadisce che per i ticket acquistati prima del 17 marzo valgono le regole antecedenti. Dunque anche le sanzioni se non si comunica via sms o mail l’inizio della prestazione. Cgil: “Il problema non è l’abuso, ma lo strumento sbagliato”
Tutto come prima. I voucher acquistati fino al 17 marzo – e che si possono spendere fino al 31 dicembre – rispondono alle norme sul lavoro accessorio, proprio come accadeva prima che il decreto legge numero 25 abrogasse i buoni lavori dall’ordinamento italiano. Il ministero del Lavoro guidato da Giuliano Poletti risponde così, con una nota, ai dubbi insinuati ieri dalla Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro che lamentava un vuoto normativo nella disciplina dei ticket residui, non più sottoposti ad alcuna regola. Neanche a quella di comunicarne l’utilizzo via sms o mail all’Ispettorato nazionale del Lavoro almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione (la famosa tracciabilità introdotta dal governo Renzi per scongiurare gli abusi). Un mancato obbligo che di fatto evita a imprese e professionisti anche le relative sanzioni da 400 a 2.400 euro.
Tutto risolto? In apparenza. Perché la nota ministeriale non può certo colmare il buco legislativo creato dal decreto di abrogazione. Per quello ci vorrebbe quantomeno una norma transitoria, da inserire come emendamento al decreto stesso in via di conversione in legge e dunque durante l’iter parlamentare. Nel frattempo, l’Inps comunica il ripristino della procedura online per attivare i voucher esistenti, dopo il blocco che ieri ha causato molti disagi. Una procedura importante perché riguarda anche la riscossione e il rimborso dei buoni lavoro.
Cgil prudente. La Cgil torna intanto a parlare di voucher. Il referendum del 28 maggio sembra ormai scongiurato, visto l’accoglimento del quesito – e cioè la richiesta di abrogazione dei ticket – proprio nel decreto varato venerdì dal governo. Eppure la Cgil sembra prudente. “Tutti coloro che teorizzano sull’utilità dei voucher partono dal presupposto che la norma andasse bene e c’è stato un abuso, ma non è così: hanno permesso di sostituire il lavoro contrattualizzato con il lavoro precario”, ragiona il segretario generale Susanna Camusso. “Il tema non è la rimodulazione dei voucher, quello strumento non andava bene”. E sul decreto aggiunge: “Il risultato è positivo, ma siccome siamo prudenti aspettiamo la conversione in legge”.
Valentina Conte, La Repubblica