di Cesare Lanza
Scommettiamo che destra e sinistra troveranno presto il loro leader? Gli osservatori, gli addetti ai lavori sono per lo più scettici: penso invece che in politica ogni vuoto si riempia, rapidamente. Certo è più facile – storicamente – abbattere un leader che crearne uno nuovo. E le cronache italiane sulle vicissitudini della destra e della sinistra lo confermano. Nel centrodestra Silvio Berlusconi (81 anni compiuti) non ha ancora designato né trovato il suo erede. Matteo Salvini ha risollevato le forze della Lega dopo Umberto Bossi, ma non è riconosciuto come la nuova guida della destra. A sinistra, mutatis mutandis, Matteo Renzi è azzoppato, probabilmente fuori gioco, ma un successore non si vede: il Pd è scisso e ogni giorno infuriano feroci polemiche. Si fa presto a dire leader! Vero che la società dell’immagine e della comunicazione esige novità, per un capo a cui affidare il proprio destino: così si spiega il trionfo di Donald Trump e l’ascesa di Beppe Grillo. Vero anche, però, che la detronizzazione è dietro l’angolo, se non si mantengono le promesse, come è successo a Renzi. «E dunque?», si chiederanno i lettori. Probabilmente siamo ancora prima del match, nella fase del riscaldamento: sussurri e grida, ambizioni, velleità. Ho ascoltato con rispetto l’indicazione, domenica in tivù, di Cesare Romiti, uno che di potere s’intende: per il centrodestra punterebbe su Giorgia Meloni. A sinistra forse qualcosa si capirà quando si scioglierà il trilemma: resistenza di Renzi, avvento di Michele Emiliano 0 di Andrea Orlando. Che dire? Da un po’ di tempo non sbaglio un pronostico. Quindi, al momento, mi astengo.
di Cesare Lanza, La Verità