Approvato il bilancio 2016: numeri positivi nonostante i 17 milioni versati al Fondo “salvabanche”
«Numeri positivi, in un contesto pesante». Con un rammarico che ufficialmente resta sottotraccia, ma è palpabile: sui risultati, positivi, pesa fortemente il contesto esterno, che in questo caso vuol dire la partecipazione al fondo salvabanche che al gruppo CrAsti nel 2016 è costato nel complesso circa 17 milioni.
Bilancio ok
Il Cda del Gruppo bancario ha approvato giovedì sera il bilancio 2016. Conti in ordine, con tanti più, ma non solo. «L’esito positivo dell’approfondita ispezione generale svolta dalla Banca d’Italia nel secondo semestre del 2016, e comunicatoci formalmente non più di due settimane fa, conferma la solidità e la forza del nostro gruppo: cioè non lo diciamo noi che i nostri conti sono a posto, ma chi è preposto a fare i controlli» è il commento di Aldo Pia presidente della Capogruppo .
I numeri
A livello di Gruppo (Banca di Asti, BiverBanca e Pitagora) la raccolta globale ammonta a 16.280 milioni (+0,37% sul 2015), quella diretta sale a 10.441 milioni (+2,5%) e quella gestita a 2.849 milioni (+15%), in crescita anche i crediti a clientela (6.901 milioni, +1,56% ), segno che continua il sostegno a imprese e famiglie.
«Le risultanze per l’esercizio 2016 confermano un quadro di elevata solidità in termini di indici patrimoniali sia individuali che consolidati, ampiamente superiori ai limiti minimi regolamentari stabiliti per il Gruppo C.R. Asti dall’Autorità di Vigilanza – spiega Carlo Demartini Ad del Gruppo – vuol dire che le scelte di fondo hanno pagato».
Scelte che hanno portato anche quest’anno a chiudere il bilancio in utile (risultato non scontato nel comparto bancario negli ultimi anni) anche se in flessione rispetto gli esercizi precedenti. «L’utile netto realizzato dal Gruppo Cassa di Risparmio di Asti è di 24,3 milioni di euro, in linea con quanto pianificato – spiega Demartini- Nel 2015 l’utile è stato di 34,1 milioni di euro, ma beneficiava di un maggiore contributo da proventi finanziari. E comunque il risultato è composto da 19,7 milioni di euro di utili pertinenza della Capogruppo e da 4,6 milioni che arrivano da terzi».
Quota per il salvabanche
Ma su questa cifra pesa la quota che il Gruppo (come tutte le banche) ha dovuto versare al Fondo per il salvataggio delle banche: «Una partecipazione che ci ha fortemente penalizzati» commentano Pia e DeMartini ricordando che al netto di contributi e oneri relativi al sistema bancario l’utile del Gruppo salirebbe a 35,4 milioni. Agli azionisti sarà pagato un dividendo di 0,17 euro.
di Fulvio Lavina, La Stampa