Alitalia, nomina advisor e revisione costi sul tavolo del Cda

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Parte valutazione consulenti su piano. Sindacati verso sciopero

L’incarico ufficiale all’advisor per l’esame del piano industriale e un primo punto sul capitolo revisione costi. Sono questi i due temi sul tavolo del cda di Alitalia che si riunisce oggi. Tranne novità dell’ultim’ora, Kpmg sarà l’advisor per la parte finanziaria e Roland Berger per quella industriale. I due consulenti dovranno esaminare le 158 pagine messe a punto dall’ad della compagnia Cramer Ball e formulare le loro valutazioni agli azionisti. Il governo attende il piano per la fine del mese ma non si esclude che i tempi di lavoro per i consulenti, che dovranno valutarne efficacia e solidità del programma di Ball, siano un po’ più lunghi di una settimana, forse due, tempo necessario per una valutazione complessiva dei passi indispensabili per risollevare le sorti della compagnia il cui futuro, almeno per ora, sembra destinato a restare italiano. Etihad ha infatti ribadito l’impegno dell’azionista forte “ad invertire la rotta e tornare all’utile” con una soluzione tutta italiana ricordando i 100 milioni di capitale fresco iniettato e l’operazione di conversione delle obbligazioni in strumenti semi-equity” e smentendo nuovamente un’ipotesi di alleanza con Lufthansa che si era riaffacciata nei giorni scorsi. Con la compagnia tedesca però, intanto, vanno avanti le intese commerciali e si sta discutendo un nuovo accordo di code-share dopo quello annunciato un mese fa. E da Banca Intesa il ceo Carlo Messina ha sottolineato la centralità del partner industriale ribadendo la fiducia nel socio forte Etihad.
Così oggi, nel primo cda formale che segue la presentazione del piano, è previsto un primo punto sul capitolo revisione dei costi che tanto ha importanza nel piano quinquennale per la compagnia con un esame su alcune prime operazioni di revisione di spesa che starebbero dando i primi frutti in particolare per quanto riguarda la rinegoziazione di alcuni contratti con i fornitori. La situazione è critica, la compagnia perde 500 mila euro al giorno ed ogni passo rappresenta una boccata d’ossigeno. Oltre ad una drastica riduzione dei costi, tra le voci del piano da oggi all’esame di Kpmg e Roland Berger, due diversi modelli di business, uno per il lungo raggio ed uno sul breve e medio, per essere “competitivi con le low cost senza diventare una low cost”; un netto aumento dei ricavi di tutto il capitolo delle vendite a bordo che per Alitalia sono intorno ai 6 euro a passeggero e che si punta a raddoppiare; la rinegoziazione della joint venture transatlantica, che regola rapporti tra Usa, Italia, Canada e Messico con l’analisi dei singoli scenari a seconda dell’andamento dei negoziati.
Un’altra voce rilevante è l’ Information technology con il pieno uso dei nuovi software, sui quali la compagnia ha fatto un forte investimento nel 2016 (80 milioni) e tutto il capitolo network con le nuove rotte da aprire e quelle da tagliare: il piano prevede una crescita dell’8% sul lungo raggio con tre nuovi aerei (da 24 a 27). Ma il piano per il risanamento della compagnia passa anche per un drastico taglio dell’organico. Nulla di deciso aveva detto Ball a dicembre ma la cifra di esuberi su cui si ragiona, in diverse formule, è un’ampia forchetta che potrebbe arrivare fino a 1.600 persone. I sindacati, dopo un primo incontro che ha portato ad un nulla di fatto, vogliono vedere il piano, chiedono “nuova linfa manageriale” ed annunciano come sempre più probabile uno sciopero per il 23 febbraio, giorno nel quale è prevista già una protesta nel settore del trasporto aereo.

Ansa