Il ministro dello Sviluppo interviene anche sulla decisione della Consulta a proposito dei referendum sul Jobs act: “Non tutto è battaglia ideologica. Pronti a correggere i voucher”. Da Vivendi una “condotta opaca” nella scalata a Mediaset
Alitalia. La situazione della ex compagnia di bandiera “è stata gestita oggettivamente male”, ha affermato il ministro dello Sviluppo economico secondo cui è “inaccettabile che una gestione non buona venga ribaltata sui lavoratori”. Intervistato su Radio2, Calenda ha sottolineato che “non esiste” che l’azienda parli di esuberi prima di presentare il piano industriale. “Non spetta a me dirlo, la fiducia ce la devono avere gli azionisti. Mi pare oggettivo che la compagnia è stata gestita male. Quello che è inaccettabile è scaricare questo sui lavoratori”, ha specificato. E’ dunque inaccettabile parlare di esuberi prima di vedere un piano di rilancio: “Questo il governo l’ha detto chiaro all’azienda”.
Nella compagnia il clima è teso e la frattura tra società e dipendenti è ormai conclamata: è probabile che verso la fine di febbraio – salvo intese ad ora difficili – si arrivi allo sciopero (nel mezzo c’è lo sciopero generale del trasporto aereo già proclamato per il 20 gennaio sul problema degli ammortizzatori sociali e del fondo di solidarietà). Nonostante l’arrivo di Etihad come socio forte, la situazione finanziaria di Alitalia non si è risollevata. Nelle ultime settimane è stato necessario un ennesimo sforzo di concertazione con i soci – in particolare Intesa, Unicredit e la stessa Etihad – per arrivare a siglare l’accordo per il finanziamento a sostegno della nuova parte del piano industriale. Un programma del quale mancano ancora i contorni definiti, come ha rilevato il governo, ma sul quale pendono 1.500 possibili esuberi per tagliare i costi. Intanto l’operazione di dimagrimento è iniziata con la scure sulla tratta Roma-Malpensa e il congelamento degli scatti salariali, una scelta che ha intesito ancor di più i rapporti con i sindacati.
Almaviva. Il comportamento della Rsu di Almaviva Roma, che si è rifiutata di firmare un accordo con l’azienda a fronte della minaccia di licenziamenti, “è incomprensibile”, ha invece affermato su un’altra delle grandi crisi aziendali di questi tempi confessando di non avere “ancora capito” perchè l’Rsu non avesse voluto siglare un’intesa che prevedeva di negoziare per un altro mese, fino a marzo. Il ministro ha ricordato che dopo la conclusione del referendum indetto dai lavoratori di Roma, che si sono espressi a favore dell’accordo, il ministero ha riconvocato azienda e sindacati e “ora vi sarà un altro incontro con la Regione Lazio per capire come sanare la situazione”.
Lavoro. “Seppure abbiamo recuperato mezzo milione di posti di lavoro partivamo da una situazione drammatica, quindi guai a usare toni trionfalistici”, ha detto Calenda sul punto. E ancora, sull’abuso dei voucher per pagare i lavoratori al centro di uno dei quesiti referendari della Cgil ammessi dalla Consulta: “Non tutto diventi una battaglia ideologica, che prescinde dal fatto se una misura è utile o meno. Se ci sono stati abusi sui voucher il governo ne ridiscute, ma non sia una battaglia slegata dal contenuto reale, perchè quello sì che incide sulla vita delle persone”.
Industria 4.0. “Il piano ‘Industria 4.0‘ può essere utilizzato da subito, non ha bisogno di decreti attuativi perchè si tratta incentivi di natura fiscale e solo per chi investe”, ha spiegato infine su uno dei capisaldi della politica economica del governo sostanziato nell’ultima Stabilità. “E’ il più grande piano che c’è oggi in Europa, con circa 20 miliardi di euro nei 3 anni della legge di Bilancio“, ha aggiunto.
La Repubblica