di Cesare Lanza
Scommettiamo che oggi e domani, ultimi due giorni dell’anno, non avremo nuovi motivi per indignarci? Ho scarse probabilità di vincerla, questa puntata che vi propongo virtualmente: come dicono gli inglesi, gli scommettitori più accaniti del mondo, non ci rischierei neanche un penny. Gesù! Mi sono svegliato, ho sfogliato i giornali e mi sono detto: possibile che siamo condannati a indignarci fino all’ultimo minuto del 2016? Mi limito alla notizia più piccola: il Tar ha bocciato l’ordinanza di Virginia Raggi, sindaca di Roma, per proibire i botti a Capodanno. Non mi stupisce e immalinconisce solo il provvedimento, che avrà certamente qualche appiglio burocratico, tecnico, giuridico. Mi indigna la goduriosità sfacciata con cui molti mass media festeggiano lo stop alla signora del M5S, quotidianamente nel mirino. Botti, petardi, fuochi di artificio: puntualmente ogni anno morti e feriti, senza contare lo spreco di denaro. Non è forse stato un provvedimento di esemplare e comune buon senso? Macché: la persecuzione della sindaca deve continuare, con qualsiasi pretesto. E non parlo, oggi, di argomenti più gravi. La confusione su tutto ciò che riguarda Mps, come se poi non fossero i cittadini, vergognosamente non informati, a rifinanziare il deficit. I trucchi, svelati ieri dalla Verità, dei manager pubblici per salvare gli stipendi d’oro. La reticenza con cui la maggior parte dei mass media segue le notizie imbarazzanti sul padre di Matteo Renzi e Luca Lotti. I terremotati abbandonati a se stessi. E tanto altro. L’indignazione servirà a qualcosa? Non resta che confidare nel 2017, spes ultima dea.
Cesare Lanza, La Verità