I volumi sul mercato sono molto bassi e il rialzo del Ftse Mib è sostenuto da Mediaset e da Telecom Italia. I bancari scendono, soprattutto Banco Bpm. L’euro torna sui livelli di chiusura di venerdì contro il dollaro
Seduta dal tipico clima festivo a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib viaggia poco sopra la parità a quota 19.367 punti (+0,12%). In leggero progresso il Dax (+0,08%) e il Cac-40 (+0,09%). La borsa di Londra è chiusa. “I volumi sul mercato sono molto bassi visto che molti investitori non sono operativi nelle ultime sedute dell’anno”, ha affermato uno strategist interpellato dall’agenzia MF-Dowjones, aggiungendo che “i lievi rialzi del Ftse Mib sono sostenuti principalmente da Mediaset e Telecom Italia “.
Mentre, dopo essere montato a 1,0469, l’euro torna sui livelli di chiusura di venerdì a 1,04491 contro il dollaro, sostenuto dal rialzo del rendimenti dei titoli del Tesoro Usa e dalla caccia di guadagni da parte degli investitori. “Non ci sono molti stimoli che muovono il mercato al momento. Il dollaro vede alcuni investitori che comprano dopo il calo che si è verificato durante la pausa natalizia”, ha osservato Koji Fukaya, di FPG Securities. Scarsa poi la reazione dello yen alla pubblicazione dei dati relativi all’inflazione giapponese. Il dato nazionale di novembre ha evidenziato un’espansione tendenziale dei prezzi dello 0,5% e una contrazione del dato core dello 0,4%, appena maggiore delle attese.
Mentre, dopo un avvio allineato a quello del Bund, il Btp registra una performance peggiore, con conseguente allargamento dello spread, appesantito dall’attesa delle aste italiane, su scambi tuttavia rarefatti. “Il Btp sottoperforma il Bund per la pressione che deriva dalle aste”, ha detto un trader. “Ma il breve tiene, quindi vediamo un certo irripidimento della curva, più marcato sul tratto 2-10”, ha precisato l’esperto. Al momento lo spread Btp/Bund sale a 161,403 punti base.
Sul listino milanese su Mediaset (+5,64%) resta l’appeal legato alla salita di Vivendi nel capitale del gruppo. Il ceo del colosso media francese ha ribadito la sua disponibilità a trattare con il Biscione per trovare un accordo e di rimanere positivo sulla possibilità di creare un grande gruppo media paneuropeo. Non ha invece commentato la possibilità del lancio di un’opa dopo che Vivendi ha raggiunto il 28,8% di Mediaset .
Ma, in caso di opa di Vivendi , sarebbe l‘Agcom stessa a chiedere l’intervento della Consob per bloccarla, in quanto Vivendi con il 24,5% ha già il controllo di fatto di Telecom Italia . Dall’altro lato, però, l’Agcom non ha bloccato gli acquisti di Vivendi , come richiesto da Mediaset , ma proseguirà nella propria istruttoria sull’entrata dei francesi nel capitale della società di Cologno Monzese (i tempi medi delle indagini di Agcom sono di 120 giorni).
Andrà verificato quale tipo di accordo vuole Vivendi che, secondo fonti di stampa, potrebbe proporre di portare Mediaset in Vivendi attraverso un’ops che farebbe di Finivest il secondo azionista del gruppo francese. Rimarrebbe aperto il tema del controllo di Telecom Italia (+1,98%) da parte di Vivendi , che non sarebbe permesso dall’Agcom. Per questo su TI continua a tenere banco l’ipotesi dell’ingresso della Cassa depositi e prestiti (fino al 25%). Indiscrezioni non confermata.
“Al momento si tratta di speculazioni un poco ardite. Tuttavia abbiamo sempre apprezzato di Telecom Italia , oltre ai fondamentali in consistente miglioramento, anche l’appeal speculativo che poggia sul consolidamento del settore associato a un azionista di controllo relativo che non ha chiare sinergie industriali e una presa non definitiva”, hanno affermato gli analisti di Equita (buy e target price a 1,25 euro confermati sul titolo Telecom Italia ), ricordando che intanto JP Morgan ha dichiarato una quota in TI potenzialmente del 6,091% di cui 2,7% in azioni e il resto attraverso convertibili e opzioni.
I bancari, invece, scendono. Sullo sfondo resta la vicenda Mps , sospesa anche oggi. Fallito l’aumento di capitale di mercato da 5 miliardi, la Bce ha chiesto all’istituto di realizzare una ricapitalizzazione di 8,8 miliardi di euro. Secondo fonti vicine al dossier, lo Stato investirà circa 6,5 miliardi e il resto arriverà dagli obbligazionisti. Ubi al momento segna un +0,07%, Bper un -0,19%, un Mediobanca -0,25%, Intesa Sanpaolo un -0,33%, Unicredit un -0,21%, il Banco Popolare un -2,91% e Bpm un -3,30%. Acquisti su Saipem (+1,56%) con il prezzo del petrolio stabile (-0,05% a 55,87 dollari il barile il Brent). Infine, Parmalat vola (+9,73%). Sofil, società controllata da Emmanuel Besnier, patron di Lactalis, ha deciso di lanciare un’opa.
Francesca Gerosa, MilanoFinanza